Secondo l’Henley Passport Index e il Global Passport Ranking, l’indice di potenza di un passaporto viene calcolato assegnando un punto per ogni Paese accessibile senza visto preventivo o con visto ottenibile all’arrivo
Secondo gli ultimi dati del 2024, l’Italia si conferma tra i Paesi con i passaporti più influenti, posizionandosi al secondo posto a pari merito con Francia, Germania, Spagna e Giappone. Ma cosa rende il passaporto italiano così speciale, e perché è un simbolo di forza a livello globale?
La potenza del passaporto italiano
Il passaporto italiano consente l’accesso senza visto o con visto all’arrivo in 192 destinazioni su 227 nel mondo. Questo posiziona l’Italia ai vertici della classifica, offrendo ai suoi cittadini una straordinaria libertà di movimento. Tale privilegio è frutto di una combinazione di fattori che vanno dalla stabilità politica ed economica del Paese, alla sua influenza diplomatica e geopolitica, fino all’importanza culturale e turistica che l’Italia riveste a livello internazionale.
Secondo l’Henley Passport Index e il Global Passport Ranking, l’indice di potenza di un passaporto viene calcolato assegnando un punto per ogni Paese accessibile senza visto preventivo o con visto ottenibile all’arrivo. Il passaporto italiano si distingue anche per la sua capacità di facilitare opportunità lavorative, educative e di scambio culturale. Viaggiare con un passaporto italiano non significa solo esplorare il mondo, ma anche accedere a opportunità di vita e carriera altrimenti impensabili.
L’Italia, in particolare, si distingue per la sua apertura agli scambi commerciali, culturali e turistici. Questi elementi rafforzano l’immagine del Paese come un partner affidabile e influente nella scena globale. Tuttavia, è interessante notare come l’accesso facilitato a determinati Paesi rifletta anche disuguaglianze globali: non tutti i passaporti offrono le stesse possibilità, e questo divario è un indicatore delle disparità economiche e politiche nel mondo.
Gli altri Paesi
Nel 2024, Singapore si è posizionata al primo posto con l’accesso a 195 destinazioni senza visto. Seguono Italia, Francia, Germania, Spagna e Giappone con 192 Paesi. Al terzo posto troviamo Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Corea del Sud e Svezia con 191 destinazioni. Questi numeri dimostrano come l’Europa e alcuni Paesi asiatici mantengano un forte predominio nella mobilità globale.
Al contrario, gli Stati Uniti, un tempo ai vertici, sono scesi all’ottavo posto con accesso a 185 destinazioni. Questo calo riflette un periodo di isolamento politico e una diminuzione del soft power americano. Paesi come gli Emirati Arabi Uniti, invece, hanno scalato la classifica grazie a politiche di apertura e strategie diplomatiche che hanno ampliato la loro influenza globale.
Il prestigio storico dell’Italia, la sua capacità di attrarre investimenti e la promozione di settori chiave come il turismo e la cultura rafforzano la sua posizione. Avere un passaporto italiano significa poter accedere a opportunità globali in campo educativo, lavorativo e personale, un privilegio che non tutti i Paesi possono offrire ai propri cittadini.
I passaporti meno potenti
Sul lato opposto della classifica troviamo Paesi come l’Afghanistan, che occupa l’ultimo posto con solo 26 destinazioni accessibili senza visto. Seguono Siria, Iraq, Yemen e Somalia. La limitata mobilità di questi passaporti riflette spesso situazioni di instabilità politica, economica e sociale. La differenza tra il passaporto più potente, quello di Singapore, e quello meno potente, l’afghano, è di ben 169 destinazioni, un divario che sottolinea le disuguaglianze globali.