Se mai realizzato, un tunnel transatlantico rivoluzionerebbe non solo la mobilità globale, ma anche l’economia e le relazioni internazionali
Un tunnel sottomarino capace di collegare Londra e New York in meno di un’ora? Si tratta di una visione futuristica che promette di trasformare radicalmente il trasporto intercontinentale, abbattendo i confini del tempo e dello spazio. Ma quanto c’è di reale in questo progetto rivoluzionario? E quali sfide tecniche, economiche ed ecologiche lo separano dalla realizzazione?
L’idea alla base: un treno ultraveloce sotto l’Atlantico
Il progetto si basa sull’utilizzo di un treno a levitazione magnetica, conosciuto come vactrain, capace di raggiungere velocità comprese tra i 6.400 e gli 8.000 km/h. Questo risultato sarebbe possibile grazie a un ambiente quasi privo d’aria all’interno del tunnel, che eliminerebbe la resistenza aerodinamica. Una tecnologia che, almeno sulla carta, consentirebbe di coprire i circa 5.000 chilometri tra Londra e New York in soli 54 minuti. Un balzo temporale straordinario, se paragonato alle otto ore richieste oggi da un volo transatlantico.
Ma come si potrebbe costruire un tunnel del genere sotto l’Oceano Atlantico? Le proposte variano tra:
- un tunnel scavato sotto il fondale marino, una soluzione complessa che richiederebbe tecnologie di perforazione avanzatissime e costi stratosferici.
- Un tunnel galleggiante sommerso, posizionato a circa 45 metri sotto la superficie dell’oceano e ancorato al fondale tramite cavi. Questa opzione eviterebbe interferenze con il traffico marittimo e i fenomeni meteorologici, ma comporterebbe comunque sfide ingegneristiche senza precedenti.
Le sfide tecniche e i costi astronomici
La costruzione di un tunnel transatlantico pone problemi ingegneristici mai affrontati prima. Oltre alla lunghezza record, si dovrebbero considerare:
- la profondità dell’Atlantico, che in alcuni punti supera i 4.000 metri, rendendo estremamente difficile sia la perforazione che l’ancoraggio di un tunnel galleggiante.
- L’attraversamento della dorsale medio-atlantica, una catena montuosa sottomarina caratterizzata da intensa attività sismica ed eruzioni vulcaniche.
- La progettazione di treni e tunnel resistenti a pressioni estreme, nonché sistemi di sicurezza e manutenzione capaci di affrontare imprevisti in un ambiente tanto ostile.
A queste sfide si aggiunge il costo stimato del progetto, che potrebbe superare i 20 trilioni di dollari, una cifra astronomica che rende la realizzazione del tunnel, almeno per ora, una prospettiva lontana. Tuttavia, imprenditori come Elon Musk, tramite la sua società The Boring Company, hanno dichiarato interesse nel progetto, sostenendo di poterlo realizzare a costi inferiori grazie a tecnologie innovative.
L’idea di un tunnel sotto l’Atlantico non è nuova. Già nel 1888, Michel Verne, figlio del celebre scrittore Jules Verne, immaginava un treno sottomarino tra l’Europa e l’America nel suo racconto “Un Express de l’avenir”. Da allora, questa visione ha continuato ad affascinare generazioni di ingegneri e visionari, rimanendo però confinata nel regno della fantascienza.
Oggi, l’avanzamento delle tecnologie, dai vactrain alle macchine per il tunnel boring (TBM), ha riportato questa idea sotto i riflettori. Tuttavia, rimane da capire quanto tempo e risorse saranno necessari per tradurla in realtà.
Il potenziale impatto sul futuro dei trasporti
Se mai realizzato, un tunnel transatlantico rivoluzionerebbe non solo la mobilità globale, ma anche l’economia e le relazioni internazionali. I treni ultraveloce rappresenterebbero un’alternativa ecologica ai voli a lungo raggio, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale dei trasporti. Inoltre, creerebbero un legame ancora più stretto tra Europa e America, con possibili ricadute positive sul commercio e sul turismo.