I funzionari dell’isola indonesiana stanno cercando una soluzione al problema per eccellenza del turismo: ecco quali misure adotteranno

Bali, l’incantevole isola indonesiana, è conosciuta per le sue spiagge paradisiache, la cultura vibrante e un’accoglienza calorosa. Tuttavia, sta affrontando una sfida senza precedenti: l’overtourism. Questa problematica, che ha colpito molte mete turistiche globali, mette a dura prova le risorse locali e il benessere degli abitanti. In risposta a questa crisi, i funzionari balinesi stanno considerando l’introduzione di una tassa sul turismo, una misura che potrebbe cambiare radicalmente il volto dell’isola e il modo in cui i turisti viaggiano.
La proposta di Bali per combattere l’overtourism
La proposta avanzata prevede l’implementazione di una tassa giornaliera simile a quella adottata dal Bhutan, un Paese che ha saputo gestire il flusso turistico in modo sostenibile. In Bhutan, infatti, gli ingressi sono limitati a 400.000 turisti all’anno, con un costo di soggiorno che può arrivare fino a 250 dollari al giorno. Wayan Puspa Negara, un importante leader locale, ha dichiarato che Bali potrebbe seguire un approccio simile, cercando di “selezionare” i visitatori in base alla loro capacità di spesa, per garantire un turismo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Problemi Legati all’overtourism
Negli ultimi anni, Bali ha visto un incremento esponenziale di turisti, attratti dalle sue meraviglie naturali e dalle sue tradizioni. Tuttavia, questo afflusso ha portato a problemi significativi, tra cui:
- Traffico congestionato;
- Inquinamento;
- Comportamenti inappropriati da parte di alcuni visitatori.
Non è raro leggere di incidenti legati a turisti che non rispettano le regole locali o che mostrano disprezzo verso le tradizioni culturali. Ad esempio, un influencer russo è stato espulso dall’Indonesia dopo aver posato nudo vicino a un albero sacro, un atto che ha suscitato indignazione tra la popolazione locale.
Strategie per un turismo sostenibile
Per affrontare queste problematiche, le autorità stanno esplorando diverse strategie. Oltre all’introduzione della tassa sul turismo, nel 2023 Bali ha considerato di:
- Vietare il noleggio di motociclette ai turisti, per ridurre gli incidenti stradali;
- Imporre una moratoria sulla costruzione di nuovi hotel e locali notturni in zone già sovraccariche;
- Lanciare campagne per educare i visitatori a comportamenti più rispettosi.
La proposta di tassazione non è un fenomeno isolato. In molte città del mondo, le tasse sul turismo stanno diventando un tema di crescente discussione. Ad esempio, Edimburgo ha recentemente introdotto una tassa destinata a finanziare infrastrutture e iniziative culturali. In Italia, il ministro del Turismo ha proposto un aumento delle tasse di soggiorno per affrontare l’overtourism, sostenendo che queste misure potrebbero promuovere viaggi più responsabili.
Tuttavia, l’efficacia delle tasse sul turismo è stata messa in discussione. Barcellona, ad esempio, ha visto proteste da parte dei residenti contro l’affollamento turistico, nonostante le misure fiscali introdotte. Anche in Thailandia, dove si prevede di reintrodurre una tassa di 300 baht per i turisti, ci sono preoccupazioni su come questa sarà implementata in modo pratico.
In questo contesto globale, la proposta di Bali di introdurre una tassa sul turismo rappresenta un tentativo di affrontare le sfide legate all’overtourism in modo innovativo. La speranza è che l’aumento dei costi possa non solo limitare il numero di visitatori, ma anche attrarre turisti più consapevoli e rispettosi, in grado di contribuire positivamente all’economia locale e alla preservazione dell’ambiente. Tuttavia, il successo di tali iniziative dipenderà dalla capacità delle autorità di gestire efficacemente le risorse e di promuovere un turismo che sia veramente sostenibile e vantaggioso per tutti.