Risalgono al Paleolitico inferiore, nella Preistoria, i primi insediamenti umani nell’attuale Basilicata. Nel V millennio A.C. si diffusero gli insediamenti in villaggi fortificati e dall’VIII secolo A.C. fu fondata la colonia greca di Siris, tanto che nel VII secolo A.C. Metaponto fu colonizzata dai greci. E qui i primi contatti tra Romani e i Lucani si ebbero con una temporanea alleanza anti sannita (330 A.C). Dopo l’epoca Borbona, nell’agosto 1860 la Basilicata fu la prima provincia continentale del Regno delle Due Sicilie a dichiarare la propria annessione al nascente stato unitario.
Ai 131 comuni lucani (100 nella provincia di Potenza, 31 nella provincia di Matera) corrispondono altrettanti 131 dialetti differenti, certamente simili fra loro non uguali. Tra questi, esistente una piccola minoranza etnica albanese detta arbëreshë. Una comunità che nei secoli ha preservato i connotati etnici e culturali specifici degli arbëreshë e ancora oggi mantiene e difende la propria tipicità differenziandosi da quella lucana. La lingua d’origine, l’arbërisht, viene qui utilizzata anche al di fuori degli aspetti colloquiali: cartelli, insegne e scritti ufficiali degli enti municipali sono bilingui, quindi sia in italiano sia in albanese.
Le Piccole Dolomiti lucane sono il cuore dell’omonimo parco regionale. È un’alternanza di quercia e boschi. La flora è molto rara. Si trovano la valeriana rossa, la lunaria annua e l’onosma lucana. Inoltre, qui è facile incontrare cinghiali e una notevole varietà di volatili: nibbio reale, rondone, gheppio, corvo reale e falco pellegrino.
Tra le tante specialità che la regione offre, molti sono da provare. Se si decide di visitare la Basilicata, allora non si possono non assaggiare alcune peculiarità culinarie che la regione offre. In primis, il peperone di Senise, in provincia di Potenza, dal 1996 come prodotto ortofrutticolo a indicazione geografica protetta. O la salsiccia di Cancellara, sempre nella provincia del capoluogo lucano, borgo di poco più di mille abitanti a 680 metri dal livello del mare. E anche la Basilicata è famosa per il caciocavallo podolico o i fagioli di Sarconi, sempre prodotti in provincia di Potenza. Infine, il pane di Matera (utilizzo esclusivo di semola e grano duro). Tutto accompagnato dal vino aglianico del Vulture dal bellissimo colore rosso rubino.
I lucani conservano le proprie tradizioni attraverso le numerose sagre che vengono organizzate nella regione. Basti pensare al “Salsiccia Festival” di Cancellara a settembre o alla “Sagra del Baccalà” un mese prima, a metà agosto, ad Avigliano. Non solo cibo. Se si decide di visitare la Basilicata, non si possono perdere due eventi importanti e suggestivi: il raduno delle maschere antropologiche di Tricarico (primo weekend di settembre) o il 2 luglio lo sfascio del carro della Madonna della Bruna a Matera, in onore di Maria Santissima della Bruna.
Emozioni unica è il volo dell’Angelo sulle Dolomiti lucane tra Castelmezzano e Pietrapertosa, in provincia di Potenza, due tra i borghi più belli d’Italia. Per i meno coraggiosi c’è il “Percorso delle sette pietre”, un progetto che recupera un antico sentiero contadino di circa due chilometri, che collega i Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano.
Naturalmente il primo luogo che viene in mente è Matera, città meravigliosa con i suoi Sassi. Da visitare assolutamente e da non perdere se si organizza un viaggio in Basilicata. Ma in questa regione non c’è soltanto Matera, ma anche altri luoghi imperdibili. Ad esempio, Tricarico, una città arabo-normanna poco conosciuta e fuori dai radar di chi appunto sceglie di fare un viaggio qui (che dà i natali a Rocco Scotellaro, scrittore, poeta e politico lucano). Altre bellezze sono le già citate Castelmezzano e Pietrapertosa, ma sul versante tirrenico c’è Maratea, città del Cristo Redentore rivolto verso la terra a vegliare sugli abitanti. Senza dimenticare Venosa, la città di Orazio, o i laghi di Monticchio nel Vulture Melfese o ancora le Cascate di San Fele. Infine, la città bianca di Pisticci, il Castello di Federico II di Lagopesole, i calanchi di Aliano, paese nel quale fu confinato Carlo Levi.
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