Questo luogo, che chiama milioni di visitatori tutto l’anno, racchiude tante storie e molte leggende. A partire dalla Statua del Leone
Non è mai stato un segreto che la Città Proibita di Pechino sia un luogo affascinante avvolto dal mistero. Ed è forse per questo motivo che milioni di turisti ogni anno sbarcano nella capitale cinese. Per respirare un po’ l’aria di questa zona di mondo, che racchiude segreti. Quando si parla di Città Proibita intendiamo parlare di quello che è stato il palazzo imperiale e centro nevralgico dell’Impero cinese durante le dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1912). Ed è una delle più grandi e meglio conservate strutture in legno del mondo, oltre a essere il più grande di tutti i palazzi del suo genere, seguito in classifica dalla Reggia di Versailles in Francia o di Buckingham Palace a Londra. Ma vediamo quali aneddoti e quali leggende racchiude questo luogo.
La Statua del Leone
Ed eccoci alla prima curiosità: la Statua del Leone. Si tratta di una delle più famose sculture che si possono ammirare nella Città Proibita. È un leone seduto che ha una zampa sulla guancia e una che copre i genitali. Il motivo? C’è una leggenda: si racconta che l’imperatore Daoguang della dinastia Qing, stanco della scarsa volontà di suo figlio Yiwei di studiare, lo abbia preso a calci proprio sui genitali. Causando la morte pochi giorni dopo. Quindi, assalito dai sensi di colpa, l’imperatore Daoguang fece coprire con un drappo rosso la statua perché gli ricordava il figlio prematuramente scomparso a causa della sua rabbia.
La parete dei nove draghi
Si trova nel Palazzo della Supremazia Imperiale. Si sta parlando di un muro alto 3,5 metri e lungo 29,4 metri ed è rivestito da 270 pezzi di ceramica che creano l’immagine in rilievo di nove draghi danzanti. Chi è attento, però, può notare una cosa: sul corpo del terzo drago bianco, una delle piastrelle è stata sostituita da un pezzo in legno. Infatti, durante la costruzione questa piastrella è stata, in maniera accidentale, bruciata. Naturalmente era quasi impossibile poter rifare tutto dall’inizio e allora si chiese aiuto a un abile falegname che sostituì un pezzo mancante con uno in legno dipinto di vernice. Nessuno dei funzionari se ne accorse e per molti anni nessuno scoprì l’imbroglio. Nel corso dei secoli il legno non ha resistito alle intemperie e, quindi, la differenza è maggiormente visibile.
Il cortile del Palazzo della Suprema Armonia
È uno dei cortili più grandi di tutta la Città Proibita. Ai lati ci sono due file di mattonelle di colore più chiaro rispetto alle altre. Erano una sorta di segnaposto per le guardie d’onore imperiali. Il loro compito era soddisfare ogni esigenza dell’Imperatore.
La freccia della porta Longzong
In una delle porte della Città Proibita, quella di Longzong per la precisione, c’è una freccia del 1813. Secondo le ricostruzioni degli storici, nel XIX secolo ci sono state delle rivolte (talvolta anche sanguinose) e fu l’esercito dei ribelli a scagliare una freccia in questo luogo.
Il serbatoio d’acqua con segni di coltello
Di fronte a ogni edificio principale della Città Proibita c’è un serbatoio d’acqua in ferro, rame o rame ricoperto d’oro e ogni serbatoio pesa oltre una tonnellata. Però, attenzione: i quattro che si trovano davanti al Palazzo della Suprema Armonia sono diversi rispetto agli altri e portano dei segni molto importanti. Infatti, sulla superficie di questi ci sono tracce di coltellate. Pechino nel 1900 fu invasa dall’esercito dell’Alleanza delle Otto Nazioni (Gran Bretagna, Usa, Francia, Germania, Austria, Russia, Italia, Giappone). I soldati, per saccheggiare i tesori, arrivarono a raschiare l’oro di questi serbatoi con i coltelli.
La lastra in marmo di 300 tonnellate
Si trova nel Palazzo della Preservazione dell’Armonia. Questo luogo ha la scalinata con la lastra di marmo più grande di tutto il palazzo, scolpito su un unico pezzo di oltre 300 tonnellate. Per trasportarlo furono impiegati oltre 10mila lavoratori. Ma come? La strada veniva ricoperta d’acqua che gelava per il freddo e la pietra veniva tirata sopra il ghiaccio.
Il leone dorato
I leoni di guardia sono posti nelle porte principali della Città Proibita, ma quelli dorati davanti alla Porta della Purezza Celeste hanno delle caratteristiche diverse. In primis, le orecchie non sono ritte, ma abbassate. Perché questa scelta? Era un ammonimento alle donne del palazzo di non interferire con gli affari dello stato e di “tapparsi le orecchie”.
La scatola di pietra
Alla Porta della Suprema Armonia accanto alla coppia di leoni a guardia della porta, si nota una sorta di scatola in pietra e un piccolo padiglione sempre in pietra. La leggenda narra che la scatola di pietra sulla sinistra possa davvero essere aperta e che contenga chicchi di grano, filo rosso, oro, argento e altri oggetti preziosi che sono simbolo delle ricchezze e dei tesori della Città Proibita.
Il Drago di bronzo
Non può esserci angolo della Città Proibita senza un drago, che nella cultura cinese è il simbolo dell’Imperatore. Tanto che gli esperti, infatti, stimano che ce ne siano addirittura 50mila. Uno dei più particolari si può osservare sul tetto del Padiglione Yuhua: è lungo tre metri e ha le zampe appoggiate saldamente al tetto, quasi come se si fosse appena fermato dopo una lunga corsa. Ecco perché per tutti questo è “il drago che corre”.
La tartaruga e la gru
Nel Palazzo della Suprema Armonia, luogo nel quale i visitatori ogni anno sono sempre di più, la cosa più interessante da vedere non è il trono imperiale, ma le statue di una tartaruga e una gru situate davanti alle gradinate. Tra l’altro, sempre secondo la cultura cinese, la gru è simbolo di immortalità. È in bronzo davanti all’edificio più importante della corta esterna e fulcro della vita politica simboleggia il desiderio di immortalità per l’impero cinese e la dinastia regnante. E la tartaruga? Rappresenta la longevità. Quindi, sono due statue (anche la tartaruga è in bronzo) che lanciano un messaggio di potenza e stabilità della dinastia. Un’altra curiosità? Sono cave perché erano usate per bruciare l’incenso durante le cerimonie più importanti come l’incoronazione di un nuovo imperatore o la promulgazione di editti imperiali. Insomma, nella Città Proibita nessuno lasciava nulla al caso.