Dai tempi dell’antica Roma con i combattimenti tra gladiatori, la morte e la tragedia suscitano attrazione nei confronti dell’uomo. Davanti alla morte scatta quel meccanismo che il filosofo Immanuel Kant spiegò nel concetto di sublime per un fenomeno della natura: ciò che è grande al di là di ogni comparazione. Il Dark Tourism offre ai viaggiatori tutto questo: un viaggio alla scoperta di qualcosa di doloro e troppo grande per essere compreso oltre al tempo delle passioni che lo hanno scaturito. Per questo tipo di turismo esistono mete immancabili.
Cos’è il Dark Tourism
La traduzione esatta di “Dark Tourism” è “turismo nero” oppure “oscuro”, ma anche appunto “turismo del dolore”. Si tratta quindi di una forma di turismo associata alla morte o alla tragedia, che consiste nel visitare luoghi che sono stati teatro di stragi o catastrofi causate dalla natura o dall’uomo. A seconda dei posti è possibile fare esperienze di diverso tipo.
C’è chi intende praticarlo in modo estremo e serio oppure chi lo fa spinto dall’adrenalina del momento e dalle sensazioni provate di trovarsi in un luogo carico di dramma. Esistono tappe o esperienze a puro scopo commerciale, in cui si punta a far divertire il turista con vicende passate alla storia e dunque non in grado di suscitare più orrore come accadrebbe per l’Olocausto. Le mete però non sono soltanto preda di “cacciatori di dolore”: esistono anche viaggi a scopo educativo e per sensibilizzare le persone. Basti per esempio pensare ai campi di concentramento.
Quali sono le mete più gettonate?
Il Dark Tourism offre un ampia gamma di esperienze e luoghi, dalla meta più tranquilla a quella più cruda. Si passa infatti per parchi divertimento a tema splatter, per mostre dedicate a oscuri episodi della storia. Esistono anche le visite guidate nei reali scenari di disastri e tragedie, con tutte le precauzioni del caso a seconda del luogo. Chernobyl per esempio è una delle mete più gettonate, con il disastro nucleare del 26 aprile 1986. Un’altra è Auschwitz, il più grande e famoso campo di concentramento nazista.
Altra tappa è Hiroshima, dove fu sganciata la prima bomba atomica della storia dell’umanità. Tra le stragi da ricordare ci sono anche i Killing Fields, 300 siti cambogiani in cui oltre un milione di persone sono state uccise. E poi ancora: il Memoriale per le vittime dell’11 settembre, i resti del muro di Berlino, i posti dove avvenne il genocidio del 1994 in Rwanda e Pompei, la città sepolta con tutti i suoi abitanti dopo l’eruzione del Vesuvio.