Volete partecipare ad almeno uno dei bellissimi festival invernali in giro per l’Europa? Ecco quali sono i migliori del Vecchio Continente
La stagione invernale in Europa è un momento incantevole, caratterizzato da tradizioni secolari, vivaci sfumature e festeggiamenti che proseguono ben oltre le festività natalizie. Tra le maggiori opportunità di divertimento nel nostro continente ci sono i magnifici festival invernali, i quali rappresentano un’occasione speciale per scoprire le usanze locali e vivere esperienze memorabili. È sempre difficile scegliere a quale recarsi, dato che sono tutti divertenti e fantastici, ognuno con le sue particolarità e il suo fascino unico, ma se avete bisogno di una mano per fare la vostra scelta siete nel posto giusto! Ecco i festival invernali da non perdere per nessuna ragione!
Le celebrazioni più affascinanti d’Europa non sono sempre quelle che vediamo sulle cartoline o nei post dei social media. Attraverso il continente, infatti, si svolgono feste antiche, intrise di tradizioni popolari, usanze uniche e un autentico senso di comunità. Questi festival tradizionali offrono l’opportunità di immergersi in costumi che affondano le loro radici in secoli, se non millenni, di storia. Tra fiaccolate, danze tradizionali e reinterpretazioni moderne di rituali pagani, queste manifestazioni vi condurranno fuori dai percorsi turistici, al cuore pulsante della cultura europea. Ma vediamo quali sono le più belle.
Dal 16 al 18 gennaio, i borghi andalusi si trasformano in un vivace scenario per la Festa di San Antón, un’antica celebrazione di oltre 800 anni. In onore di Sant’Antonio, protettore degli animali, la festa offre un mix unico di tradizioni secolari e rituali moderni. Tra le attrazioni principali ci sono le danze attorno ai falò comunitari e la benedizione di cani, gatti e altri animali domestici da parte dei sacerdoti locali. Questa celebrazione affonda le radici nel XIII secolo, quando i contadini bruciavano rami d’ulivo e ceste di “sparto” per proteggere gli uliveti e il bestiame dai parassiti e dalle malattie. Oggi, il festival si è evoluto: gli abitanti si radunano intorno ai fuochi per gustare birra, zucca arrosto e popcorn, mentre bruciano fantocci di paglia accompagnati da petardi. La musica popolare e le “melenchones” – canzoni che raccontano storie pungenti di amori e litigi – animano l’atmosfera. Nei momenti di pausa dai canti e dalle danze, i proprietari portano i loro animali nelle chiese per ricevere una speciale benedizione. Questa celebrazione si svolge in tutta l’Andalusia, da Malaga al villaggio imbiancato di Canillas de Albaida, fino agli uliveti di Jaén, dove i visitatori possono partecipare a una corsa notturna di 10 km prima di unirsi ai festeggiamenti notturni.
La Bulgaria è la patria di uno dei festival più antichi d’Europa: il Surva, che di solito si svolge nella seconda settimana di gennaio. Radicato nel folklore arcaico, il festival trasforma i villaggi bulgari in un teatro di rituali spettacolari. Pernik, una cittadina a circa 35 km da Sofia, ospita il cuore di queste celebrazioni. Qui, i protagonisti sono i “kukeri”, danzatori vestiti con costumi elaborati e maschere animalesche intagliate a mano. Indossando pellicce e cinture con campanelli, i “kukeri” marciano per le strade, cantando e battendo i piedi per scacciare gli spiriti maligni e garantire fortuna, salute e raccolti prosperi per l’anno a venire. Sebbene le feste dei kukeri siano diffuse in tutta la Bulgaria, Pernik è il centro nevralgico del Surva, dichiarato Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO. L’ultimo weekend di gennaio, Pernik diventa il palcoscenico del Festival Internazionale dei Giochi in Maschera, una celebrazione di due giorni che include sfilate e gare tra maschere artigianali, rendendo questa festa una delle più suggestive della regione.
Diversamente dal Surva, l’Up Helly Aa è uno dei festival più recenti d’Europa, ma il suo fascino lo rende straordinario. Si tiene l’ultimo martedì di gennaio a Lerwick, nelle remote isole Shetland, e la sua forma attuale risale al 1870, anche se richiama i rituali vichinghi. L’evento segna la conclusione del periodo natalizio e affonda le sue radici nel XVIII secolo, quando i giovani locali iniziavano a bruciare barili di catrame durante le notti invernali. Nel 1870, il festival prese il nome di Up Helly Aa e vennero introdotti travestimenti, una processione con torce e, successivamente, elementi ispirati alla tradizione norrena, come i costumi vichinghi e il rogo di una replica di galea vichinga. Oggi, il festival è una celebrazione unica che combina sfilate spettacolari, rappresentazioni storiche e banchetti nelle sale della comunità, trasportando i partecipanti in un’atmosfera che rievoca l’antica cultura nordica.
Considerata un’alternativa meno commerciale al tradizionale San Valentino, il Dragobete in Romania si celebra il 24 febbraio ed è una ricorrenza dedicata all’amore e alle tradizioni popolari. Legata al folklore locale, la figura di Dragobete, figlio di Baba Dochia, simboleggia la transizione dall’inverno alla primavera ed è associata al ruolo di dio dacico dell’amore, simile a Cupido o Eros, ma privo di poteri magici. Questa celebrazione sottolinea l’importanza di festeggiare i sentimenti in modo spontaneo e autentico. Durante il Dragobete, nelle zone rurali, i giovani si riuniscono in abiti tradizionali per raccogliere i primi fiori primaverili, tra cui le fragoline selvatiche, considerate di buon auspicio. A mezzogiorno si svolge una sorta di inseguimento simbolico, in cui le ragazze corrono verso il villaggio seguite dai loro pretendenti. Qualora tra loro vi sia un’affinità, un bacio sancisce pubblicamente il legame. Questa giornata è spesso occasione per fidanzamenti e matrimoni, mantenendo vive le tradizioni e il folklore.
Tra le celebrazioni invernali europee legate al fuoco, il Sechseläuten di Zurigo si distingue per il suo forte valore simbolico. La ricorrenza, prevista per il 28 aprile 2025, rappresenta la fine non ufficiale dell’inverno. L’evento prevede una sfilata delle corporazioni cittadine che culmina con il rogo del “Böögg”, un grande pupazzo di neve. Anticamente, piccoli Böögg venivano creati dai bambini e bruciati nelle strade della città. Oggi, l’effigie principale misura 3,4 metri ed è caricata con esplosivi. Alle 18:00 in punto, il pupazzo viene acceso, e il tempo impiegato dal fuoco per raggiungere ed esplodere la testa è considerato un presagio per la qualità dell’estate: più rapida è l’esplosione, più favorevole sarà la stagione calda. Questo evento è diventato una tradizione radicata nella cultura zurighese, unendo folklore e spettacolarità.
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