La sola parola labirinto evoca un certo fascino. Si tratta di uno dei simboli più antichi utilizzati dall’uomo e può assumere diversi significati, da quello filosofico alla sfera religiosa. Nell’iconografia cristiana ad esempio lo si trova dipinto o inciso sulle pareti e sulle volte delle chiese medievali a simboleggiare il tortuoso percorso che il peccatore, nel corso della sua esistenza, deve affrontare per raggiungere la salvezza e Dio. In ambito filosofico può rappresentare il desiderio di scoperta, ma anche la riflessione e la ricerca interiore.
A volte nasce con la funzione di semplice divertimento, un passatempo a disposizione degli ospiti delle ville nobiliari. Diventa infatti un elemento che contraddistingue i giardini all’italiana creati nel tardo Rinascimento. Ma esistono anche labirinti che recano suggestioni letterarie, cinematografiche, storiche. Il Belpaese è ricco di questi capolavori d’arte e di natura, alcuni ancora visitabili.
Il labirinto della Masone
Si trova in provincia di Parma ed è il più grande labirinto esistente in Italia. E’ formato da circa 200mila piante di bambù, alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, appartenenti a venti specie diverse. Il labirinto, creato per volere dell’editore Franco Maria Ricci, ricopre un’area di sette ettari per circa 3.5 chilometri di percorso.
Il labirinto Borges
Sorge sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. E’ stato realizzato dalla Fondazione Giorgio Cini nel 2011 in occasione dei 25 anni dalla morte dello scrittore Jorge Luis Borges. Creato su progetto dell’architetto inglese Randoll Coate, è stato voluto dalla vedova di Borges, Maria Kodama, che desiderava ricordare l’amore del marito per Venezia. Il Labirinto è ispirato al racconto dello scrittore argentino dal titolo “Il giardino dei sentieri che si biforcano”, ed è composto da più di 3200 piante di bosso alte novanta centimetri che ricreano un chilometro di sentieri. Visto dall’alto si presenta come un libro aperto, costellato da richiami alle opere dello scrittore argentino: un bastone, gli specchi, due clessidre, un enorme punto di domanda, la tigre, il nome Jorge Luis e le iniziali di Maria Kodama. Inoltre le siepi sono disposte in modo da formare il nome Borges, come se fosse idealmente scritto sulle pagine di questo libro.
Il labirinto del parco giardino Sigurtà
Inaugurato nel luglio 2011, è formato da 1500 esemplari di Tasso in un percorso che si snoda tra piante alte più di due metri e che si estende su una superficie rettangolare di 2500 metri quadrati. Al centro sorge una torre, ispirata a quella del parco di Bois de Boulogne di Parigi, da cui si potranno ammirare le geometrie del percorso stesso e le altre attrazioni del Giardino in provincia di Verona. E’ stato progettato da Giuseppe Inga Sigurtà con la collaborazione di uno dei massimi esperti di labirinti, Adrian Fisher.
Il Labirinto della memoria
Un percorso tortuoso, a Tarquinia, è divenuto un monumento interattivo simbolo della Shoah: si tratta del Labirinto della Memoria, un’installazione dedicata alle vittime dei campi di sterminio. Al centro del percorso è stato collocato un vagone merci del 1935, corrispondente ai carri ferroviari utilizzati per la deportazione nei Lager nazisti. Inoltre lungo il sentiero, che si avvolge a spirale attorno al monumento, è allestita la mostra permanente “La Shoah in Italia. Persecuzione e deportazioni (1938-1945)”.
Il labirinto di Villa Pisani
Si trova in provincia di Venezia all’interno del parco di Villa Pisani, che occupa un’intera ansa del naviglio del Brenta per un’estensione di ben 11 ettari. Il parco venne realizzato, prima della villa, tra il 1715 e il 1722 su progetto dell’architetto padovano Girolamo Frigimelica de’ Roberti, autore anche del famoso labirinto e della torretta al centro del dedalo.