Undici anni fa l’incidente, oggi una grande voglia di vivere e scoprire il mondo. È la storia di Giulia Lamarca, che non si è lasciata ostacolare dalle conseguenze che ha portato nella sua vita quel brutto giorno. Nonostante la sedie a rotelle abbia ridotto le sue capacità di autonomia, Giulia non ha mai perso la voglia di mettersi in gioco e soprattutto l’entusiasmo che le fa girare il mondo.
Il 6 ottobre 2011 un terribile incidente le fa perdere l’uso delle gambe, seguono mesi di terapia che le faranno incontrare il vero amore. Giulia e il suo fisioterapista si innamorano e cominciano a progettare tante cose, come gli infiniti viaggi insieme. “Andiamo in Australia?” le propone lui, “Lì ho capito quale fosse la mia vocazione” ha raccontato a Vanity Fair. “Se non avessi iniziato a viaggiare avrei affrontato la disabilità ponendomi dei limiti che, invece, sono riuscita a tramutare in opportunità. Ora sono consapevole della mia forza, ho superato alcune paure e mi pongo sempre nuovi obiettivi da raggiungere“.
Dal 2011 gira il mondo insieme al compagno
Così da più di dieci anni, Giulia, che nel frattempo è diventata anche una mamma, scopre angoli di mondo insieme al marito e continuerà a farlo ben presto anche insieme alla sua bambina. Giappone, Parigi, San Francisco, Indonesia, Corea del Sud, Singapore, Norvegia, Thailandia e Machu Picchu sono solo alcune delle mete esplorate fino ad ora, alle quali se ne aggiungeranno molte altre ancora. I momenti di sconforto, racconta, non sono mancati, soprattutto nei primi giorni, ma ha saputo oltrepassare le paure e adesso non vuole più fermarsi.
La sua passione raccontata in un libro
Giulia è figlia di camperisti ed è proprio con i suoi genitori che viaggiava prima di conoscere Andrea. Una passione, ereditata diremmo, o frutto della voglia di non arrendersi e dell’amore per la vita, che ha deciso di raccontare nel suo libro “Un viaggio che parla di te“, protagonisti la sua vita, gli ostacoli da superare, le cose belle che può ancora riservare il destino, il suo essere madre e soprattutto i viaggi.
“Siamo una famiglia nata libera“, “alcuni sostengono io riesca a viaggiare e gestire nostra figlia soltanto perché ho accanto Andrea, ma invece non è affatto così e lo dimostra la nostra quotidianità che racconto senza pietismo, bensì con l’ironia che mi ha sempre contraddistinta”, racconta sempre a Vanity Fair.
Quella di Giulia è una storia che fa riflettere e che mette a nudo fragilità che possono diventare impedimenti, ma che con forza d’animo e tanto amore sanno trasformarsi in grandi opportunità.