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Gli antichi resti di Grande Zimbabwe: la città che gli europei hanno cercato di cancellare

Deve essere un’esperienza unica camminare fino alle imponenti mura del Grande Zimbabwe. Sono così chiamate le rovine di un’antica città dell’Africa meridionale, situata nell’attuale Zimbabwe, che proprio da queste rovine trae il proprio nome. Un’antica città costruita tra il 1100 e il 1450 d.c., vicino a Masvingo, ritenuta opera degli Shona, che oggi costituiscono la maggioranza della popolazione dello Zimbabwe. Secondo alcuni studiosi, si trattava di una città potente e grande. Insomma, il Grande Zimbabwe faceva parte di una sofisticata rete commerciale (nel sito si trovavano tutti beni commerciali arabi, indiani e cinesi) e il suo progetto architettonico era sbalorditivo: enormi mura e torri di pietra senza malta, la maggior parte dei quali sono ancora in piedi.

Immagine | Pixabay @toubibe

L’arrivo degli europei

Un luogo talmente splendido e grandioso che i colonizzatori europei, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, cercarono di attribuire la costruzione di questa città a esploratori stranieri, non riconoscendo il merito alle popolazioni locali di questa fetta d’Africa. Già nel 1552, per intenderci, l’esploratore portoghese Joao de Barros rimase sbalordito alla vista di questo luogo. Nella lingua Shona “Zimbabwe” significa “casa di pietra” Questo luogo prese poi il nome di “Grande Zimbabwe” proprio per la sua grandezza. Anche perché ci sono resti di circa 200 piccoli insediamenti o stazioni commerciali sparsi in tutta la regione. Tanto che negli anni in molti hanno ipotizzato si trattasse della capitale di uno stato molto grande, ma non tutti sono concordi su questo, chiamato impero di Monomotapa: avrebbe controllato una vasta regione compresa tra gli odierni Zimbabwe e Mozambico.

Luogo magnificente

I visitatori che vengono oggi nel Grande Zimbabwe possono ancora esplorare tre parti di questo luogo imponente: le Rovine della collina (le più antiche, con un’acropoli ritenuta una città reale); il Grande Recinto (circondato da un grande e alto muro e contenente una torre conica di 11 metri) e le rovine della valle (una raccolta di case di mattoni di fango dove viveva la maggior parte della popolazione antica). E una delle costruzioni più importanti sono le mura, che non hanno eguali in Africa e oltre: sono larghe sei metri e alte 11 e si estendono per circa 250 metri. Con il passare dei secoli, la popolazione, però, iniziò a diminuire, a metà del XV secolo. Forse per un calo della produzione mineraria o per l’esaurimento delle risorse. Ma il Grande Zimbabwe è stato spesso meta di esploratori provenienti dal Vecchio Continente. Tanto da presupporre addirittura fosse un luogo menzionato nella Bibbia. Anche se alcuni archeologi dell’epoca hanno ribattuto che il sito non fosse abbastanza vecchio per essere di epoca biblica.

Immagine | Pixabay @Bayhaus

Gli studi degli ultimi decenni

Dal 1980 la ricerca archeologica locale è ripresa. In questi decenni si sta occupando principalmente di manutenzione e riparazione. Oggi la grande città antica è fondamentale per lo Zimbabwe. I villaggi Shona si trovano nelle vicinanze e molti residenti lavorano per mantenere il sito. Infatti, queste rovine di Grande Zimbabwe sono il più importante monumento nazionale dello Zimbabwe e il sito fu dichiarato Patrimonio dell’umanità Unesco nel 1986. Tanto che il simbolo nazionale del paese, l’uccello di Zimbabwe, è l’immagine di una scultura ritrovata in questo luogo.

Redazione Okviaggi

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