Il turismo olfattivo nuova tendenza del settore viaggi, perchè?

Sempre più musei, hotel ed esperti di profumi offrono avventure olfattive per permettere ai viaggiatori di entrare più in sintonia con le relative destinazioni.

Un esempio è il tour Follow your nose offerto dal Museo di Ulm in Germania che, associando le opere d’arte che ritraggono elementi odorosi come giardini in fiore, boccetta di profumo o una tavola imbandita, a profumi ricercati, il centro culturale mira a portare i frequentatori a immergersi ancora più profondamente nella propria collezione.

Follow your nose e altre esperienze olfattive nei musei

L’olfatto è l’unico senso direttamente collegato alla memoria e ai centri di apprendimento emozionale del cervello, spiega la neuroscienziata della Brown University Rachel Herz, nonché esperta della scienza psicologica del profumo.

Louvre
Foto | Unsplash @DAT VO – Okviaggi.it

“Ecco perché l’olfatto ci offre un modo unico di esperire il mondo che ci circonda”, prosegue Herz. “La nostra esperienza olfattiva è intrinsecamente emozionale e istintiva, proprio per una questione di organizzazione neurale”

Sebbene i profumi siano potenti macchine del tempo, la storia olfattiva è stata ampiamente sottovalutata. Adesso gli esperti promuovono fortemente la preservazione e protezione degli odori in quanto elementi integranti del patrimonio culturale e invitano i viaggiatori a sperimentare il modo in cui gli odori complessi sono in grado di raccontare storie su luoghi dimenticati, tradizioni e ambienti mutevoli in natura.

Per creare la mostra Follow your Noseil Museo di Ulm ha collaborato con Odeuropa, un progetto che sviluppa nuovi metodi, tra cui l’intelligenza artificiale e gli strumenti di estrazione sensoriale, per identificare e conservare il patrimonio olfattivo dell’Europa.

Gli odori della mostra, prodotti dai profumieri dell’azienda International Flavors and Fragrances, miscelano ricostruzioni chimicamente autentiche degli odori a oli e altri materiali che non danneggiano le opere d’arte.

“I musei sono ambienti controllati, ma non sempre stimolano esperienze a tutto tondo come quelle reali” spiega Cecilia Bembibre che guida l’attività di Odeuropa sulla scienza del patrimonio olfattivo. “È un’occasione sprecata”.

Altri enti stanno sfruttando il potere degli odori: sempre nel 2022 il Louvre di Parigi ha lanciato una nuova serie di tour olfattivi collegati alla propria collezione di nature morte, mentre il Museo del Prado a Madrid ha inaugurato una mostra olfattiva ispirata ai dipinti di Jan Brueghel I cinque sensi.

“Il canale olfattivo può riuscire a coinvolgere quella parte del pubblico che è difficile raggiungere con i mezzi visivi spiega sempre Bembibre, “Potrebbe attrarre le persone ipovedenti o i più giovani in cerca di esperienze originali”.

A causa dei cambiamenti climatici alcuni odori, e le storie che li riguardano, rischiano di sparire, aggiunge l’esperta. I ricercatori di Odeuropa stanno contrastando questo pericolo attraverso l’enciclopedia del patrimonio olfattivo, che verrà pubblicata nel 2023.

Inoltre, stanno collaborando con l’UNESCO per istituire politiche a protezione degli odori. Oltreoceano, Bembibre vede delle opportunità di salvaguardare questa ricchezza nelle comunità sotto rappresentate, assicurando che questo elemento del patrimonio culturale immateriale sia preservato per le generazioni future.

Lo smellwalking di McLean e i profumi nel settore alberghiero

Sempre nel 2022 il Museo di Amsterdam ha lanciato City Sniffers: A Smell Tour of Amsterdam’s Ecohistory, un tour autoguidato, creato in collaborazione con Odeuropa, che include una mappa da grattare e annusare con diversi odori storici, tra cui il tradizionale pomader, una sfera profumata che un tempo si pensava potesse proteggere dalla peste.

Cannes
Foto | Unsplash @Alexis AMZ DA CRUZ – Okviaggi.it

Partendo dall’associazione nota tra le percezioni olfattive e le nostre prime impressioni e i ricordi di un luogo, l’artista e docente Kate McLean ha creato una pratica da lei stessa battezzata smellwalking (dall’unione delle due parole inglesi “smell”, olfatto, e “walking”, camminare).

McLean guida questi tour a piedi in diverse città del mondo traducendo gli odori scoperti dai partecipanti in mappe di paesaggi olfattivi disegnate a mano. A gennaio ha annusato e mappato le strade e i siti del centro di Philadelphia, come ad esempio la fontana di Washington Square Park e la Liberty Bell.

“Si tratta di essere presenti, e avvertire la sensazione di essere connessi al paesaggio nel quale ci si sta muovendo”, spiega McLean. “Spero che in futuro sapremo apprezzare di più la profondità e la complessità di quegli odori che è facile liquidare in pochi istanti”.

Anche il settore alberghiero usa il profumo da oltre un decennio come strumento di branding e catene di hotel come Marriott, Sheraton e Hilton diffondono fragranze esclusive attraverso sistemi di climatizzazione.

Gli hotel si stanno cimentando anche in esperienze dedicate alle fragranze. Al Balmoral di Edimburgo gli ospiti possono partecipare a una masterclass sui profumi con il fondatore della prima casa di profumi di tutta la Scozia, Kingdom Scotland.

A Borgo San Felice, in Toscana, la maestra profumiera Maria Candida Gentile tiene laboratori olfattivi dedicati ai profumi che circondano i vigneti: foglie umide, botti piene di vino e note terrose di legno e rosa damascena.

Anche i barman della Costa Azzurra stanno usando il profumo in modi innovativi, prendendo spunto dai viticoltori. All’Hotel Barrière Le Majestic di Cannes, il bar manager Emanuele Balestra gestisce un laboratorio interno dove trasforma le erbe profumate che crescono nei giardini dell’hotel in complesse tinture che esaltano l’esperienza immersiva.

Versa i suoi drink in speciali bicchieri dai bordi curvi così i suoi clienti possono annusare il profumo ad ogni sorso. “I cocktail shakerati in genere non offrono la stessa esplosione di profumo dei vini”, spiega Balestra, “il profumo amplifica il sapore e l’esperienza diventa fortemente sensoriale”.

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