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Storie

L’Arabia Saudita è pronta ad accogliere i turisti?

Scopri la rinascita di Jeddah, antica città portuale dell’Arabia Saudita, tra storia millenaria, il fascino del quartiere storico Al-Balad e il programma Vision 2030

A Jeddah, antica città portuale dell’Arabia Saudita e uno dei luoghi più carichi di storia del Mar Rosso, palme oscillano dolcemente nella brezza marina, mentre la luce del giorno riflette sulle onde che lambiscono il litorale. Guardando verso ovest, all’orizzonte si stagliano le coste dell’Egitto e del Sudan, mentre a est le montagne custodiscono la città sacra della Mecca, a poche decine di chilometri.

Conosciuta per la sua storia millenaria, Jeddah deve il suo nome alla parola araba che significa “nonna,” in omaggio alla leggenda secondo cui qui riposerebbe Eva, la madre del genere umano. Nei secoli, Jeddah è stata un importante crocevia per i commerci di spezie e per i pellegrini che viaggiavano lungo l’Oceano Indiano. Oggi, però, la città è al centro di un grande progetto di rinnovamento, grazie al programma Vision 2030 dell’Arabia Saudita, che mira a trasformare il paese e la sua economia per prepararsi a un futuro post-petrolifero.

L’Arabia Saudita è pronta ad accogliere i turisti?

Il progetto Vision 2030 non riguarda solo il miglioramento delle infrastrutture; ha l’ambizione di sviluppare il turismo come nuova fonte di reddito, aprendo le porte del paese a visitatori da tutto il mondo. Grazie a una nuova politica di visti, dal 2019 è consentito l’accesso a turisti provenienti da 49 paesi, inclusi gli Stati Uniti.

Tra le principali attrazioni c’è Al-Balad, il quartiere storico di Jeddah, che nel 2014 è stato dichiarato Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Con oltre 650 edifici risalenti al XVIII e XIX secolo, realizzati con pietra corallina e intonaco bianco, il quartiere è un vero e proprio gioiello dell’architettura tradizionale.

L’Arabia Saudita è pronta ad accogliere i turisti? – Wikimedia Commons @Tahir mq – Okviaggi.it

 

Jeddah è la principale città della regione dell’Hegiaz, una stretta striscia di terra lungo il Mar Rosso, chiusa a est da imponenti montagne. Per secoli, pellegrini provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia sono passati da qui per raggiungere le città sante della Mecca e Medina. L’antico quartiere di Al-Balad, situato vicino alla porta originale del VII secolo, era la prima tappa in Arabia per i pellegrini musulmani prima dell’era dei voli commerciali.

Le vie di Al-Balad sono fiancheggiate da edifici bianchi con balconi in legno intagliati in intricate geometrie, noti come roshan. Questi balconi permettevano alle donne di osservare la vita nelle strade senza essere viste, grazie alla loro struttura traforata. Le decorazioni dei roshan variano da edificio a edificio, eppure tutte insieme creano una straordinaria armonia architettonica che rende unico questo quartiere.

I roshan sono simili alle mashrabiyya di Tunisia ed Egitto, con le loro decorazioni traforate in legno. Non esistono due balconi uguali, eppure l’effetto visivo è di grande omogeneità. “In Arabia si dice che ‘le case parlano tra loro’,” racconta Abir Jameel AbuSulayman, la prima guida turistica donna in Arabia Saudita, che ha iniziato questa professione nel 2011. Con lei, si può visitare il laboratorio di Ahmed Angawi, un artista che rivitalizza l’antica arte della costruzione dei roshan.

Secondo Angawi, i roshan rappresentano simbolicamente l’unità e la diversità del mondo islamico. Quando non vengono lasciati nel loro colore naturale di teak, un legno importato dall’India, i roshan vengono dipinti di verde, il colore dell’Islam, o di blu, ispirato alle abitazioni di Sidi Bou Said in Tunisia. Questo contrasto di colori rievoca il fascino delle isole greche ed è diventato un segno distintivo del quartiere di Jeddah.

Al-Balad offre un’esperienza sensoriale unica: l’aria è satura del profumo d’incenso e, nelle botteghe, ci si perde tra cesti ricolmi di semi di tamarindo, albicocche secche, datteri locali e frutta esotica proveniente da vari paesi asiatici, creando un’esplosione di colori e profumi che ricorda una tela di arte moderna.

Tra i luoghi più affascinanti di Al-Balad c’è la Nassif House, un palazzo ottomano del XIX secolo dove Abd al-aziz Ibn Saud, futuro fondatore dell’Arabia Saudita, visse tra il 1925 e il 1927. Questo edificio, oggi museo, racconta la storia di un’epoca in cui Jeddah era una città diversa, e offre uno spaccato della vita di uno dei personaggi più carismatici e importanti della storia saudita. Dal tetto della Nassif House si gode una vista mozzafiato sui grattacieli della moderna Jeddah, un contrasto potente con le vecchie case del quartiere.

Poco lontano sorge la moschea Shafi’i, con il suo minareto ottocentesco e una storia che affonda le radici in epoca medievale. È affascinante pensare che, un tempo, viaggiatori e figure iconiche come Lawrence d’Arabia abbiano probabilmente contemplato questo stesso panorama, quando la città era un importante porto sul Mar Rosso.

Molti sauditi che hanno studiato all’estero sono tornati nel proprio paese, integrando le tradizioni culturali con il cosmopolitismo acquisito. Gli uomini indossano ancora il ghutra e l’agal, il copricapo tradizionale, mentre le donne si avvolgono in abaya e hijab. Questa fusione di tradizione e modernità è evidente soprattutto ad Al-Balad, che rappresenta il cuore storico e culturale di Jeddah.

Oggi, con il restauro di Jeddah e il boom dei caffè moderni che popolano la città, Al-Balad sta diventando un punto di riferimento non solo per i turisti, ma anche per i giovani sauditi. L’Arabia Saudita ha una popolazione in gran parte composta da giovani: il 70% della popolazione ha meno di 35 anni e vive principalmente in centri urbani. Scene come quelle di donne che lavorano al computer o si incontrano con amici nei caffè rappresentano il cambiamento di una società che sta abbracciando nuove libertà senza abbandonare le proprie radici.

L’Arabia Saudita è spesso associata a immagini stereotipate, come il petrolio, l’essere la patria di figure come Osama bin Laden o un paese che limita i diritti delle donne. Il programma Vision 2030 vuole superare queste rappresentazioni e ridisegnare l’immagine del paese. Nonostante le critiche e i problemi ancora presenti, Vision 2030 è visto da molti come un’opportunità per costruire una società più aperta e preparata a diversificare la propria economia. Tra le riforme ci sono interventi significativi in ambiti come l’emancipazione femminile, l’apertura al turismo e il miglioramento dei settori educativi e culturali.

Jeddah, con la sua straordinaria storia e la sua posizione strategica, è un esempio perfetto di come l’Arabia Saudita stia trasformando il proprio patrimonio culturale in una risorsa economica e turistica. La città è diventata un simbolo della fusione tra tradizione e modernità, e Vision 2030 ha dato nuovo impulso al suo sviluppo.

Questo cambiamento non è privo di sfide, ma i sauditi si mostrano sempre più pronti a dare una nuova forma alla propria identità nazionale, costruendo un futuro che guarda al mondo globale ma si ancora alle proprie radici culturali. Tra i profumi di incenso di Al-Balad, le architetture dei roshan, e la modernità dei nuovi caffè, Jeddah è un esempio di come l’Arabia Saudita stia cercando di ripensare il proprio presente, abbracciando il cambiamento ma senza dimenticare il passato.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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