Esistono centinaia di micronazioni nel mondo. Alcune sono nate per una forma di protesta, come la famosa Isola delle Rose in Italia (a cui è stato dedicato anche un film su Netflix). Altre per semplici omissioni o errori burocratici. Alcune persino per il semplice volere di una sola persona. Esploriamo cinque micronazioni indipendenti tra le più particolari attualmente esistenti, da visitare e ammirare coi propri occhi almeno una volta nella vita.
Che cos’è una micronazione indipendente?
Si definisce micronazione un’entità creata da una o più persone che pretende di essere considerata una nazione indipendente a tutti gli effetti. Tuttavia, la caratteristica principale è che non viene riconosciuta come tale dai governi e dalle maggiori organizzazioni internazionali. Il concetto nasce negli anni Settanta del secolo scorso per descrivere quelle “entità autodichiarate” che nascevano in quel periodo, di esistenza effimera e di piccole dimensioni.
Il Principato di Sealand
Fondato il 2 settembre 1967, il Principato di Sealand è una micronazione situata a poche miglia dalla costa inglese. Riprende molto il modello infrastrutturale dell’Isola delle Rose, nata il primo maggio 1968 a quasi 12 chilometri dalla costa italiana e smantellata il 26 febbraio 1969. Quella inglese è infatti una piattaforma artificiale, creata dal Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale e poi occupata nel 1967 dalla famiglia di Paddy Roy Bates e dai loro compagni. Il Principato ha 26 abitanti, possiede una propria moneta ed è stata oggetto di richieste di cittadinanza da parte di chi era contrario alla Brexit.
Christiania
Fondata nel 1971 e inizialmente pensata per essere una semplice comunità hippie in segno di protesta contro il governo danese, la micronazione Christiania si trova a Copenaghen come realtà scissa dalla città. È costituita da 850 persone e le autorità danesi le hanno concesso uno status giuridico unico nel suo genere. I residenti praticano uno stile di vita autonomo e bohémien, allestendo una cittadina con case, gallerie d’arte, studi di yoga, locali per la musica e vari edifici. La sua politica è molto elastica e aperta al commercio di cannabis, elargita in strada liberamente: soltanto lì è una pratica considerata legale in Danimarca.
Molossia
Si trova in Nevada ed è stata istituita nel 1999 da Kevin Baugh, 37enne statunitense che da adolescente sognava di creare il suo Stato personale, separato dal governo americano. Nacque così Molossia, la repubblica più piccola del mondo. Ha appena 33 abitanti e l’intera popolazione vive in poco più di 4mila metri quadrati. Con tanto di Palazzo del Governo all’interno di questo spazio, abitato dalla famiglia di Baugh. La repubblica ha una sua moneta, non paga le tasse allo stato centrale e si considera in guerra con la Germania dell’Est.
Il Principato di Hutt River
Il Principato di Hutt River è tra le più grandi micronazioni indipendenti. Dal 1970 si trova in Australia ed è costituita da 75 chilometri quadrati di terreni agricoli. Il fondatore Leonard George Casley voleva rendersi indipendente dal governo a causa della rigida tassazione sulla vendita legale di grano. Tasse che però il Principato paga ugualmente, costretto a seguire le leggi del Paese perché non viene riconosciuta la sua autonomia. Vanta oltre 18mila cittadini d’oltremare, che hanno ricevuto la residenza online pagando una piccola tassa.
Il Principato di Seborga
Il Principato di Seborga, in Liguria, è tra le micronazioni indipendenti più affascinanti e durature a causa di un banale errore di trascrizione. Nel 1861, durante l’unificazione d’Italia era stato fatto un elenco degli stati che avrebbero formato il nuovo regno e quali invece sarebbero stati restituiti alla Francia. Seborga viene accidentalmente esclusa dalla lista e durante gli anni Sessanta del secolo scorso alcuni abitanti del comune (che conta appena 277 abitanti) hanno rivendicato l’indipendenza (non riconosciuta). Hanno inoltre coniato una moneta, formato un esercito, creato uno stemma e persino i nominato diversi ambasciatori nel mondo.