Le oasi del WWF in Italia sono gioielli naturali custoditi con cura e rispetto, luoghi in cui la bellezza della biodiversità viene accompagnata dalla passione per la conservazione, regalando un respiro di speranza per il futuro del nostro pianeta. Nel lontano 1967, appena alcuni mesi dopo la costituzione del WWF Italia, con una decisione epocale del Consiglio Nazionale vennero acquisiti i diritti di caccia sul Lago di Burano, dando vita alla prima Oasi di protezione degli uccelli del WWF. Con essa nacque non solo un luogo speciale, ma anche lo spirito distintivo dell’associazione, ovvero la promozione di un’azione concreta a favore della conservazione della natura.
Sono passati quasi cinque decenni dall’istituzione della prima Oasi WWF in Italia e oggi se ne contano oltre 100, che abbracciano più di 30.000 ettari di prezioso territorio. Questi luoghi, frequentati da oltre mezzo milione di visitatori, rappresentano non solo un paradiso per la natura, ma anche una fonte di occupazione per più di 150 persone, tra dipendenti e giovani delle cooperative. Un successo che ha reso concreta la missione di conservazione del WWF in Italia.
Le oasi del WWF nel Nord Italia
Nel cuore dei paesaggi d’Italia, il WWF ha preso l’impegno di preservare un patrimonio naturalistico straordinario, creando Oasi e Riserve Naturali. Vi proponiamo quindi un viaggio da nord a sud, attraverso le celebrate Oasi italiane del WFF, selezionandone delle più particolari di alcune Regioni, alla scoperta di paesaggi incantevoli e di specie in pericolo, all’interno del magnifico sfondo dei tesori naturali d’Italia. Un percorso dedicato alla salvaguardia delle bellezze naturali e della biodiversità che ci circonda.
L’Oasi di Miramare in Friuli-Venezia Giulia
L‘Oasi di Miramare, nel Golfo di Trieste, è un gioiello di biodiversità marino-costiera, creata nel 1973, diventando la prima area marina protetta in Italia e la prima oasi marina del WWF. Situata in una Riserva di Biosfera Unesco, ospita sia fondali rocciosi habitat della bavosa pavone, sia fondali sabbiosi popolati dalle stelle marine e dalla maestosa Pinna nobilis, oltre ad affascinanti scogliere con saraghi e spugne canne d’organo. Inoltre, i visitatori possono esplorare questi ecosistemi sia via terra che via mare grazie alle escursioni di snorkeling e seawatching offerte dal WWF.
Valle della Buora in Veneto
L‘Oasi Valle Buora, situata a “Le Giare” nella frazione di Salvaterra nel Comune di Badia Polesine (RO), è un’area di circa 10 ettari. Questa zona rappresenta uno degli ultimi biotopi palustri rimasti nell’entroterra Polesano e è attraversata dal Naviglio Valdentro. Nel 2003, l’area fu bonificata abusivamente, ma successivamente il WWF e il Consorzio di Bonifica Polesine-Adige-Canalbianco avviarono un ambizioso progetto per ripristinare le antiche potenzialità ecologiche dell’area. Questo progetto mirava anche a risolvere i problemi di deflusso delle acque e di approvvigionamento idrico che avevano afflitto i terreni circostanti da tempo.
Il Bosco di Vanzago in Lombardia
La Riserva Naturale Regionale del Bosco WWF di Vanzago è stata donata al WWF da Ulisse Cantoni tramite lascito testamentario nel 1977. Originariamente utilizzata come una riserva di caccia personale, il proprietario ha poi voluto che diventasse un’area protetta, aperta alle visite e destinata allo studio e ricerca. Il capriolo è l’emblema dell’oasi, con una popolazione di 50-60 esemplari. Altre specie di interesse includono il cervo volante (Lucanus cervus) e il Cerambicide della quercia (Cerambyx cerdo), entrambi legati al legno in decomposizione presente nel bosco.
Il Forteto della Luja in Piemonte
L’Oasi WWF Forteto della Luja, situata nel Comune di Loazzolo (AT), ospita la più piccola area protetta d’Italia. Grazie alle ridotte dimensioni delle vecchie cascine e alla complessa morfologia del territorio, l’area ha conservato condizioni ambientali estremamente diverse. Questa oasi protegge un paesaggio storico, caratterizzato da boschi, vigneti e antiche cascine, che creano un mosaico unico in cui si fondono armoniosamente gli elementi naturali e quelli legati all’attività umana-
L’Oasi Dynamo in Toscana
Situata nel cuore della Toscana, nell’area del comune di San Marcello Piteglio, l’Oasi Dynamo è una riserva naturale affiliata al WWF che si estende su oltre mille ettari nell’Appennino toscano, raggiungendo altitudini fino a 1100 metri. In passato, era una riserva di caccia, ma oggi rappresenta una sinergia perfetta tra conservazione ambientale, promozione di una cultura rispettosa dell’ambiente e pratiche agricole sostenibili. La vegetazione varia notevolmente, con boschi di latifoglie nelle zone più basse, caratterizzati da querce, carpini neri, castagni, ciliegi, aceri e ontani neri. A quote più elevate, invece, la vegetazione arborea è dominata da faggi e conifere come abeti bianchi, douglasie e pini neri, risultanti da rimboschimenti.
L’Oasi Valloni in Liguria
L’Oasi, situata nei pressi di Valloni, nel comune di Villanova di Albenga, in provincia di Savona, si estende su circa 10 ettari a un’altitudine che varia tra i 40 e gli 80 metri sul livello del mare. Questa zona era precedentemente una cava per l’estrazione di argilla fossile pliocenica fino alla fine degli anni ’70, ma ha subito un processo naturale di ri-naturalizzazione. Gli stagni sono circondati da zone semi-paludose con vegetazione caratteristica, mentre nelle aree meno umide a ovest si trovano praterie alternate a formazioni arbustive. Nella parte settentrionale e nord-occidentale, calanchi argillosi senza vegetazione portano a una zona più ricca di vegetazione a nord, con prati, arbusti e boscaglie miste. La flora comprende 210 specie appartenenti a 54 famiglie, tra cui Campanula sabatia (una specie prioritaria dell’UE) e numerose specie di orchidee.
Le Oasi del WWF nel Sud Italia
Il Bosco di Frasassi delle Marche
L’Oasi, inserita nel Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, presenta due ambienti principali: campi coltivati con strutture dell’oasi e un bosco prossimo alla Gola di Frasassi, prevalentemente caratterizzato da alberi a foglie caduche come roverelle, cerri e agrifogli centenari. La fauna è ricca e include rapaci diurni come il lanario, il falco pellegrino, l’aquila reale (simbolo dell’Oasi), il nibbio reale (reintrodotto nell’area), l’astore, il pecchiaiolo e il lodolaio. Tra i rapaci notturni c’è il gufo reale. Tra i mammiferi, sono presenti il lupo, il capriolo, il cinghiale, il tasso, la faina, la puzzola, la donnola e la lepre.
Il lago di Penne in Abruzzo
L’Oasi WWF è situata nel Comune di Penne (PE) e si estende su circa 1.300 ettari intorno al bacino artificiale e comprende ambienti umidi, vegetazione ripariale e aree agricole. Il lago di Penne rappresenta un esempio di gestione multifunzionale, fungendo da area protetta, centro di educazione ambientale, promuovendo il turismo responsabile e la produzione di energia rinnovabile. Inoltre, ospita coltivazioni biologiche e svolge attività di informazione, sensibilizzazione e conservazione delle tradizioni locali, contribuendo anche alla diffusione della cultura scientifica e naturalistica. Inoltre, la Riserva di Penne ha istituito il Laboratorio per le Aree Protette Italiane e lo Sviluppo Sostenibile (LAPISS), un centro dedicato alla ricerca e alla formazione per la conservazione e la gestione delle risorse naturali. Qui vengono svolti corsi, incontri, seminari, lezioni e dibattiti, promuovendo lo scambio culturale e offrendo programmi di formazione di alta qualità con un focus sulla loro applicazione pratica nell’ambito della conservazione e dello sviluppo sostenibile.
Torre Guaceto in Puglia
L’Oasi si trova tra i Comuni di Carovigno e Brindisi e si estende su 1.800 ettari lungo un tratto costiero ben conservato della costa adriatica. Quest’area presenta paludi, dune alte fino a 10 metri e una torre antica, testimone della dominazione saracena. L’oasi ospita un centro di recupero per tartarughe marine e comprende vari habitat, tra cui zone umide d’acqua dolce, macchia mediterranea, fasce dunali con dune che raggiungono i 10 metri di altezza e il fondale marino costiero. La Riserva marina si estende dalla Penna Grossa agli scogli di Apani, coprendo circa 5 miglia marine di mare e delimitata da una profondità di 50 metri a circa un miglio dalla costa.
Lago Angitola in Calabria
L’Oasi WWF del Lago dell’Angitola, situata nei Comuni di Monterosso Calabro e Maierato (VV), rappresenta una zona umida di importanza internazionale, soprattutto per quanti riguarda la tratta degli uccelli migratori. Infatti, il lago artificiale si trova a circa tre chilometri dal mare, lungo la rotta di migrazione degli uccelli che attraversano la Penisola in primavera e autunno. La zona è circondata da vegetazione ripariale e pinete di rimboschimento, tipica dell’ambiente mediterraneo, con querce da sughero e ornielli. Durante i periodi di migrazione, è possibile osservare diverse specie di aironi, limicoli come il Cavaliere d’Italia e rapaci come il Falco pescatore. In particolare, lo svasso maggiore è considerato il simbolo dell’oasi, che ospita anche una colonia nidificante di Gruccioni.
Le saline di Trapani in Sicilia
Le saline di Trapani e Paceco sono un prezioso angolo di natura salvato dall’espansione urbana grazie all’istituzione della Riserva e rappresentano ad oggi uno degli ultimi siti di produzione di sale in Sicilia. Queste saline rappresentano un tesoro di biodiversità, dove attività produttive e conservazione della natura coesistono armoniosamente. La vasta area d’acqua a sud della città di Trapani si trova lungo una delle principali rotte migratorie tra l’Africa e l’Europa per gli uccelli acquatici. Finora sono state identificate oltre 240 specie di uccelli che utilizzano le saline come luogo di sosta, alimentazione, svernamento e riproduzione. Tra i frequentatori abituali dell’area vi sono i fenicotteri rosa, mentre in primavera altre specie nidificanti depongono le uova lungo gli argini delle saline, tra cui l’avocetta, il cavaliere d’Italia, la volpoca, il fratino, il fraticello, la gallinella d’acqua e la garzetta. Inoltre, è possibile avvistare la spatola e altre specie rare come il piro piro Terek.
Il Monte Arcosu in Sardegna
La Riserva, sita nel complesso forestale Monte Arcosu-Piscinamanna, che si estende per circa 35.000 ettari, rappresenta la più vasta foresta di macchia mediterranea esistente. Il territorio presenta una topografia impervia con lunghe valli scoscese attraversate da torrenti vigorosi durante l’inverno e la primavera, che si riducono drasticamente in estate. I rilievi principali superano i 1.000 metri di altitudine e mostrano una morfologia diversa dovuta alle diverse caratteristiche geologiche. L’Oasi ha contribuito a salvare il cervo sardo dall’estinzione negli anni ’80. Inoltre, tra le specie faunistiche di notevole importanza conservazionistica presenti in quest’Oasi del WWF si distinguono il gatto selvatico, la martora, la donnola, la volpe, il geotritone dell’Iglesiente e il discoglosso sardo.