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Destinazioni

Molise da vivere: alla scoperta della regione più recente d’Italia

Si dice spesso che non esiste, riprendendo una vecchia gag americana sul Wyoming considerato il più ignorato e meno popolato tra gli Stati. Il Molise in effetti è la regione più piccola e meno popolata a statuto ordinario d’Italia, dunque seconda se inseriamo in elenco la Valle d’Aosta. È anche la più giovane, nata nel 1963 con il distaccamento della provincia di Campobasso da quella che era la regione Abruzzi e Molise istituita nel 1948. Nel cuore del meridione tra montagna e collina, con uno sbocco sul mare, il territorio molisano ha molto da offrire ai turisti.

Immagine | Pixabay @sigual

La storia del Molise

Lo scheletro dell’Homo Aeserniensis, tra i più antichi d’Italia, testimonia l’esistenza di vita umana nel Molise sin dal Paleolitico. In età preromana era parte del Sannio e abitato dai Sanniti, pastori e guerrieri divisi in quattro tribù. Quella dei Pentri era stanziata vicino all’attuale Isernia e nelle campagne di Campobasso, dove comunicavano con i Frentani. Dopo l’incontro con Roma scoppieranno le guerre sannitiche tra IV e III secolo a.C. Sotto Augusto il territorio fu ripartito nella Regio IV Sannium, comprendendo anche gran parte dell’Abruzzo. Nel periodo tardo-antico, il Molisano attraversa una fase di declino economico e demografico.

Nel Medioevo arrivano i Longobardi, che trovano una regione priva di centri urbani e spopolata. Col dominio del ducato longobardo di Benevento viene divisa in gastaldati (circoscrizione amministrativa governata da un funzionario regio). Sbarcano poi i normanni e la famiglia de’ Moulins, con capostipite Rodolfo che diventerà il primo conte di Molise. Tra la fine dell’XI e l’inizio del XII cambia i connotati al territorio. Si forma il toponimo “Comitatus Molisii” in riferimento alla contea di Bojano, il controllo dei Moulins si estende alla fine del XII secolo e con le riforme di Federico II di Svevia il contado molisano diventa un “giustizierato”, distretto di giustizia imperiale dove il re comanda sui feudatari.

Nel 1538 il Molise si stacca da quell’ordinamento ed entra nella Capitanata, distretto oggi corrispondente al nord della Puglia. Nel 1806 cessa anche questa fase con l’intervento di Giuseppe Bonaparte e la divisione in province da lui voluta anche nel Regno di Napoli, imitando il modello francese. Il Molise ha un forte sviluppo infrastrutturale con il re Gioacchino Murat, che prosegue sul piano urbanistico con il Fascismo. Periodo in cui la regione conosce anche gli orrori della guerra con due campi d’internamento civili: Isernia con 139 detenuti e Agnone con 155. Nel 1963, potendo aggirare i limiti imposti dall’articolo 132 della Costituzione come il referendum e il limite di un milione di abitanti, la provincia di Campobasso si stacca coi suoi 300mila abitanti da Abruzzi e Molise, formando quest’ultima regione e diventandone capoluogo.

I borghi al lago e in collina

È opportuno visitare questa regione non solo per motivi storico-culturali o per sfatare il mito della sua inesistenza. Il Molise è in grado di offrire città, paesaggi e terre meravigliose al turista che ci mette piede. A cominciare da Larino e dal suo borgo medievale, che testimonia anche il passaggio dei romani con l’anfiteatro di Villa Zappone o la Cattedrale di San Pardo. A Castelpetroso una visita la merita anche la basilica dell’Addolorata con il suo scorcio collinare. In tema c’è anche il Museo nazionale del Molise di Venafro, situato nel Castel Pandone.

Per chi non ama il mare o la montagna c’è il lago artificiale di Castel San Vincenzo, ribattezzato “Maldive del Molise” per le sue acque cristalline. Appena sopra le rive boscose svettano i monti delle Mainarde, catena montuosa che separa Lazio e Molise. Un altro borgo dove immergersi nella natura è Santa Maria del Molise, poco più di 600 abitanti ai piedi del Matese, nel Parco dei Mulini: ideale per una passeggiata o un picnic.

Termoli e Campomarino sul mare

Si passa poi al mare con Termoli, tipico paesaggio da cartolina. Sotto le mura di Castello Svevo si vede la spiaggia e la forza delle onde del Mar Adriatico. Il centro del borgo antico è un insieme di vicoli, tra cui il “Rejecelle” considerato il più piccolo d’Europa: nel punto più stretto è largo appena 34 centimetri. La cittadina è anche un appoggio per visitare le isole Tremiti col traghetto.

A pochi minuti d’auto da Termoli troviamo Campomarino, Bandiera Blu dal 2013. Di tradizione arbëreshë, con la prima comunità albanese che si stabilì qui nel 15essimo secolo per sfuggire agli Ottomani, conserva la propria lingua e cultura che si manifesta con i murales che riempiono il centro storico. La parte moderna del borgo, invece, è dominata da stabilimenti balneari e case vacanza.

Immagine | Pixabay @valtercirillo

Tradizioni e folclore

Note in Molise sono le processioni religiose come quella del venerdì santo di Campobasso e Isernia con la sfilata degli incappucciati, il Festival dei Misteri di Campobasso o la regata di San Basso a Termoli. Sul piano più folcloristico esiste la ‘Ndocciata di Agnone. Si tratta di un evento che si svolge il secondo sabato di dicembre e alla vigilia di Natale, con una sfilata di enormi fiaccole e una grande partecipazione dei cittadini ai vari rituali che si susseguono.

Altro elemento di rilievo è la zampogna, principale strumento di musica popolare molisana. A lei è dedicato un festival a Scapoli, dov’è particolarmente radicata come cultura e dove si trova anche il museo del bufù e della zampogna, oltre a botteghe artigianali dove si fabbricano. A questo si mescolano canti diffusi in tutta la regione e i tipici balli del saltarello tradizionale. Un’altra forma di canzone popolare diffusa tra Campobasso, Sepino e Tufara è la “maitunata”, gruppo di stornelli totalmente improvvisati e inseriti in un preciso schema metrico e tematico.

L’enogastronomia

Per un tour enogastronomico anche il Molise è una meta da segnare sul calendario delle vacanze. Negli anni la regione è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel panorama vitivinicolo, sfruttando il territorio composto da colline per il 45 per cento e da montagne per il 55 e una superficie di vitigni pari a 8mila ettari, specie in provincia di Campobasso, e il vitigno autoctono Tintilia. Qui si coltivano il Sangiovese, il Montepulciano, l’Aglianico, il Ciliegiolo, il Trebbiano Toscano, la Malvasia Bianca Lunga e il Bombino bianco. I vini DOC del Molise sono però il Biferno, il Molise Moscato Passito, il Pentro e il Tintilia.

Tra i piatti tipici, grazie alla alla vicinanza con altre regioni, si possono trovare i maccheroni alla chitarra, le pallotte cacio e uova, la pasta e fagioli e la polenta. Sulla carne si varia con l’agnello e i turcinelli arrostiti, formati da interiora di agnello e frattaglie.

Lorenzo Rotella

Leggo e scrivo da quando ne ho memoria e sono un critico onnivoro di cinema e letteratura. Militante dell’associazione Carovana Antimafia Ovest Milano dal 2018, copywriter di cronaca per grandi media dal 2019, giornalista del quotidiano La Stampa dal 2021, collaboratore del magazine e sito web Green Planner dal 2022, autore della raccolta di poesie “Mille Soli Una Notte” edito da NMBook World.

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