Storie e leggende che sfidano l’immaginazione collettiva, luoghi affascinanti che mettono alla prova la scetticismo dei più dubbiosi: se sei un amante del mistero, Napoli è il luogo perfetto per te.
Un breve tour nell’ambito dell’esoterismo partenopeo, dove ci sono luoghi e racconti che ti lasceranno senza fiato.
Napoli, una città incantata: gli itinerari più misteriosi
Il nostro percorso inizia con una visita alla città metropolitana di Napoli, esplorandone i suoi segreti e soprattutto la famosissima Napoli sotterranea. Come non menzionare la leggenda del Munaciello, una figura leggendaria e misteriosa nella tradizione, e poi ci addentreremo nell’approfondimento della figura del famoso alchimista napoletano Raimondo di Sangro.
Foto | Ad Meskens @commons.wikimedia.org – okviaggi.itNapoli Sotterranea
Il tour esoterico di Napoli non può che comprendere Napoli Sotterranea, un luogo unico al mondo che offre l’opportunità di esplorare “l’altra Napoli”, quella che ha vissuto e continua a vivere nel sottosuolo metropolitano.
La storia dei passaggi sotterranei di Napoli Sotterranea risale a tempi antichi. I greci furono i primi a scavare nel sottosuolo per estrarre il tufo per scopi edilizi, dando così origine agli ambienti sotterranei. Successivamente, i Romani continuarono a scavare tunnel, principalmente per scopi idraulici, sfruttando il lavoro già svolto.
Nel corso della storia di Napoli, i passaggi sotterranei e i tunnel sono stati utilizzati per vari scopi, come ad esempio i rifugi antiaerei durante la seconda guerra mondiale.
Perciò, Napoli Sotterranea è una meta imprescindibile per coloro che desiderano approfondire la storia più oscura della città, scoprendo anche tracce di esoterismo e mistero che la circondano.
La leggenda del Munaciello
Il Munaciello rappresenta una figura leggendaria e misteriosa nella tradizione di Napoli, caratterizzata da un aspetto simile a quello di un monaco con un abito, sandali e fibbie d’argento. Tuttavia, la sua identità va oltre l’immagine religiosa.
Esistono diverse teorie sulle origini del Munaciello, ma ci concentriamo su una di esse, quella del “pozzaro”. Secondo questa teoria, il Munaciello era il custode dei pozzi d’acqua della città, da cui deriva il suo nome. La sua bassa statura gli permetteva di entrare nelle case attraverso i canali utilizzati per abbassare i secchi. Tuttavia, quando i pozzari non venivano retribuiti dai loro datori di lavoro, agivano in modo ribelle. La loro vendetta consisteva nel rubare oggetti preziosi dalle case dei potenti signori e donarli alle loro amanti. Da qui deriva il detto che il Munaciello “a volte dà, a volte ruba”.
Secondo la credenza popolare, il Munaciello continua a vagare sottoterra, passando attraverso gli antichi edifici della città e portando sfortuna e disgrazie. Uno di questi edifici è Villa Gallo, un’antica residenza del XV secolo situata nella zona di Colli Aminei, che si ritiene sia infestata dallo spirito del Munaciello.
Il principe Raimondo di Sangro
La Cappella di San Severo, uno dei musei più rilevanti di Napoli, è indissolubilmente legata alla figura enigmatica del principe Raimondo di Sangro, un personaggio misterioso dell’epoca settecentesca napoletana.
Circondato da un alone di leggende e storie affascinanti, il principe Raimondo di Sangro era conosciuto non solo come alchimista, scrittore e inventore, ma anche come studioso delle lettere e anatomista.
La sua dimora era avvolta da fiamme intermittenti e luci sinistre che danzavano nell’aria, mentre di notte echeggiava il rumore di un martello che batteva con forza su un’incudine. Attorno alla figura di Raimondo si sviluppò una leggenda nera, intrisa di elementi macabri e oscuri. Si racconta, infatti, che il principe avesse ucciso sette cardinali per ricavare dalle loro ossa sette sedie, mentre la loro pelle veniva utilizzata per rivestire i sedili.
Si diceva che il principe fosse in grado di trasformare marmi e metalli in polvere, e grazie a questa abilità riuscì a creare il famoso Cristo Velato, un’opera alchemica che consisteva nel “petrificare” il velo che copriva il volto di Cristo. Si narra che Raimondo avesse accecato l’artista Giuseppe Sanmartino per impedirgli di replicare un’opera tanto magnifica.
Infine, non possiamo non menzionare il lavoro straordinario ed evocativo delle “macchine anatomiche”, in cui il Principe è ancora una volta protagonista. Secondo la leggenda, i due corpi utilizzati per queste opere d’arte erano quelli dei suoi servitori: un uomo e una donna incinta, uccisi per sperimentare nuovi metodi di imbalsamazione. Raimondo e un medico effettuarono accurati studi anatomici su questi cadaveri, concentrandosi in particolare sul sistema circolatorio.