È una città da vivere: bisogna perdersi nei suoi vicoli, osservare i tanti angoli meravigliosi, assaggiare la classica pizza napoletana (e non solo) e vivere la passione che si assapora tra un quartiere e l’altro
Napoli è una delle città più belle d’Italia. Non è un’opinione, è un dato di fatto. È un modo a sé che racchiude sorrisi, musica, divertimento, simpatia. Ed è una città da vivere: bisogna perdersi nei suoi vicoli, osservare i tanti angoli meravigliosi, assaggiare la classica pizza napoletana (e non solo) e vivere la passione che si assapora tra un quartiere e l’altro.
L’Unesco ha fatto entrare il centro storico nel proprio patrimonio nel 1995: “Il sito è di eccezionale valore. Si tratta di una delle più antiche città d’Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua lunga storia ricca di avvenimenti”, la motivazione di questa scelta. Come ogni grande città, anche Napoli ha dei luoghi nascosti da scoprire. Vediamo quali.
La chiesa di San Giovanni a Carbonara è una delle più importanti chiese della città. Le principali modifiche che ci sono state fatte su disposizione del re Ladislao d’Angiò Durazzo. Ed è qui che la sorella Giovanna II Regina di Napoli ha fatto costruire il grande mausoleo per il fratello morto a 37 anni di sifilide. Inoltre, nella unica navata della chiesa da segnalare l’Altare Miroballo (che sembra una cappella) e la tavola della Crocifissione di Giorgio Vasari, la cappella Caracciolo di Vico.
Si tratta di un’istituzione laica che da oltre 400 anni si occupa di opere caritatevoli. Oggi il patrimonio di opere d’arte di primissimo livello è una delle più importanti collezioni private aperte al pubblico. Segno del grande cuore dei napoletani. La sede è in un palazzo in via dei Tribunali progettato da Francesco Antonio Picchiatti al cui primo piano ha sede la famosa “Quadreria”, una pinacoteca che ospita una straordinaria serie di dipinti (più di 120) realizzati tra il XVI e XIX secolo.
È un gioiello del Barocco e in origine era un palazzo signorile dei principi Sanseverino di Salerno, poi ceduto all’ordine dei Gesuiti che lo trasformarono nell’imponente chiesa. Una volta entrati si rimane colpiti dal contrasto tra il grigiore dell’austera facciata e lo splendore dell’interno. Dai marmi policromi dal pavimento agli altari, affreschi, sculture e decorazioni.
È conosciuto come il palazzo dalle “curve pericolose” per la scalinata in marmo a sbalzo e con balaustra in ferro battuto. Come la maggior parte delle cose a Napoli, anche la scala è un capolavoro architettonico, costruita un gradino per volta. Inoltre, il palazzo monumentale su cinque piani rientra elegantissimo nel contesto delle vie dello shopping del quartiere Chiaia.
Napoli ha molte immagini iconiche e tra queste c’è anche la scalinata coperta a doppia rampa che collega le due ali del palazzo nel cortile del Palazzo dello Spagnolo. L’edificio, in stile tardo Barocco, nell’attuale rione Sanità, è detto dello “spagnolo” per via di uno dei proprietari, ma è stato realizzato nel 1738 per volere del marchese Nicola Moscati affidando il progetto a Ferdinando Sanfelice.
Si tratta di un vero e proprio museo con la raccolta di bambole e giocattoli dall’Ottocento a oggi, che dopo essere stati aggiustati o “restaurati” vengono messi in mostra ripercorrendo il tempo delle tante differenti infanzie di 120 anni di storia. Siamo a “Spaccanapoli”, e Palazzo Marigliano è anche un centro di ricovero per chi la bambola se la vuole tenere, ma ha bisogno che venga riparata dall’apposito laboratorio.
Si tratta di una vera farmacia settecentesca in stile Barocco, che fa parte del Complesso degli Incurabili (di metà del Cinquecento) che ospita anche il Museo delle Arti Sanitarie. Napoli ha una lunga storia nella medicina ed in questo contesto per la prima volta si cercò di indagare le malattie al di là di superstizioni o questioni religiose, studiare per poi curare. L’ospedale è ancora attivo.
È il principale museo di arte contemporanea del sud Italia, che occupa tre piani dell’ottocentesco Palazzo Donnaregina per complessivi 7.200 metri quadrati. Sono tantissimi gli artisti che qui hanno esposto le loro opere. A Napoli era l’unica cosa che mancava. Tra collezioni permanenti e mostre temporanee ha anche una biblioteca, un laboratorio didattico e un auditorium. Un luogo da vivere per avvicinare l’arte contemporanea al pubblico.
Il palazzo della Borsa, oggi sede della Camera di Commercio di Napoli, è un edificio monumentale costruito nel 1895 su progetto di Alfonso Guerra e Luigi Ferrara. È un palazzo su tre piani che ha una facciata in stile neo-rinascimentale con due ordini di lesene e colonne e decorazioni varie e sul quarto piano in posizione centrale assolve grande importanza un bassorilievo raffigurante Hermes e Dioniso. Inoltre, in questo palazzo la Sala delle Contrattazioni è elegantissima, fastosa e maestosa. Ci sono diverse statue e ci hanno lavorato artisti come Gustavo Mancinelli, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro, Alceste Campriani, Salvatore Postiglione, Salvatore Cozzolino, Gaetano d’Agostino e Giovanni Diana, Ciro Sannino e Vincenzo Belligiono.
È un sito archeologico che purtroppo non tutti conoscono. È un luogo importante sia per il panorama straordinario (il Golfo di Napoli da un lato e quello di Pozzuoli dall’altro) sia per la quantità e qualità dei resti ritrovati riveste, ma anche per la struttura architettonica che fu realizzata per arrivarci da sotto: una monumentale galleria di 800 metri scavata nella collina di tufo di Posillipo.
Si sta parlando della grotta di Seiano, prefetto dell’imperatore Tiberio, realizzata intorno al I secolo d.C. e ristrutturata negli anni Quaranta del XIX secolo dai Borbone. Inoltre, in cima al promontorio c’era una villa romana di un nobile che la donò ad Augusto. La villa imperiale aveva un teatro al chiuso e uno all’aperto con 12 ordini di posto per un totale di 2.200 spettatori. Un enorme e magnifico complesso che si sviluppa su 11 ettari di terreno con vari padiglioni sfruttando le naturali inclinazioni della collina e sfruttando l’esposizione al sole.
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