Scegliere come meta del proprio viaggio l’Oman può essere un’esperienza unica per conoscere il mondo arabo senza la distorsione di un’esagerata ricchezza – come avviene per gli Emirati Arabi Uniti o Qatar -.
Bellezze naturali inaspettate, villaggi dal fascino tradizionale e l’accoglienza omanita permettono a chi vuole visitare il Paese di scoprire la sua anima antica che non rinuncia alla sua modernità.
Ecco quindi tutto ciò da sapere prima di partire per l’Oman e cosa visitare una volta là.
Che sia un viaggio organizzato o che ci si vada per conto proprio, ci sono alcune cose da sapere prima di partire per non farsi cogliere impreparati.
L’alta stagione in Oman va da novembre a marzo, poiché in questi mesi il clima è perfetto per godersi il mare con giornate soleggiate e serate fresche.
Si tratta però anche del periodo più affollato, con prezzi alle stelle e il rischio di non trovare posto se non si prenota in anticipo. Il periodo che va da aprile a giugno è considerato di bassa stagione.
Il caldo torrido e l’elevata umidità scoraggiano i visitatori, anche se questa è la stagione migliore per visitare le zone montuose dell’Oman, caratterizzate da un clima più gestibile – a giugno si raccolgono anche i datteri ndr -.
I mesi tra luglio e ottobre sono l’ideale per visitare la parte meridionale della penisola: la stagione delle piogge rende verdi le alture del deserto, ma è necessario prestare attenzione e non accamparsi nei wadi – i letti dei torrenti che assomigliano a canyon in cui scorre un corso d’acqua a carattere non perenne – che potrebbero riempirsi d’acqua.
Per entrare in Oman è necessario avere un visto da 10 o 30 giorni e va richiesto prima della partenza. Lo si può facilmente ottenere inoltrando la richiesta online tramite il sito internet della Royal Oman Police.
È necessario avere un passaporto con validità residua superiore a 6 mesi e un biglietto di ritorno o di proseguimento del viaggio.
In ogni caso, meglio informarsi presso le sedi diplomatiche competenti prima di richiedere il visto.
In Oman è consigliato vestirsi in modo poco appariscente, con abiti sobri e decorosi. Se si visita una moschea spalle, braccia e gambe devono essere coperti – le donne devono anche coprire eventuali scollature e i capelli, mentre in alcune moschee potrebbe essere necessario indossare un abaya (tunica lunga).
Le scarpe vanno tolte prima di entrare nella sala della preghiera e, in generale, in Oman le scarpe vanno sempre tolte prima di entrare in una casa.
Se si ha l’intenzione di fare qualche escursione, è fortemente consigliato portarsi in viaggio un paio di scarponi leggeri, ed è bene fare attenzione alle scottature per cui, specialmente fuori dai grandi centri, si suggerisce di indossare un abbigliamento fresco ma coprente.
La nota dolente è che in Oman scarseggiano le strutture dedicate ai bambini. Si può trovare qualcosa nella capitale Muscat come il Children’s Museum, un museo dedicato alla scienza e pensato proprio per i più piccoli.
Sempre in tema di scienza c’è il PDO Oil & Gas Exhibition che ospita mostre interattive sulla geologia e il planetarium. Inoltre, sempre a Muscat, ci sono anche dei luna park come il Marah Land e il Al Riyam Park, e altre attrazioni nei maggiori centri commerciali.
Al di fuori di Muscat e di qualche altra grande città, non sono molto diffusi né i seggioloni ai ristoranti, né i servizi adibiti al cambio dei pannolini.
Un viaggio in Oman parte sicuramente dalla sua capitale, Muscat. Ciò che si può fare è perdersi nelle mura della città vecchia, recarsi all’alba al mercato del pesce di Mutrah per vedere tornare i pescatori e poter mangiare le prelibatezze.
Vi consigliamo di passeggiare lungo la corniche di Mutrah al tramonto e di addentrarvi nel Suq di Mutrah dove l’atmosfera si fa caotica e si viene letteralmente trascinati da un vortice di profumi, voci e colori.
La cittadina di Nizwa è la porta d’accesso ai Monti Hajar e, adagiata su una pianura circondata da una fitta oasi di palme, Nizwa è conosciuta anche come la Perla dell’Islam.
Da non perdere il suo Suq e l’elegante Grand Mosque; da qui si può poi partire verso il monte più alto dell’Oman, il Jabel Shams, il Wadi Ghul, chiamato anche il Grand Canyon d’Arabia e il Jebel Akhdar (il frutteto dell’Oman).
D’inverno è possibile accamparsi sui Monti Hajar per assistere a uno spettacolo unico: la grandine che si riversa nei wadi e viene poi raccolta tramite un antico sistema di irrigazione formato da una serie di canali scavati nei fianchi della montagna – chiamati localmente aflaj (plurale) o falaj (singolare).
Da qui l’acqua scorre lungo minuscoli acquedotti e gallerie a due piani fino ad arrivare ai pozzi di acqua potabile, alle moschee e poi alle piantagioni e alle oasi.
Antichi edifici di pietra che spuntano da una fitta piantagione di datteri, incorniciati dalle grigie pendici dei monti Monti Hajar. Così si presenta Misfat Al Abriyyin, conosciuto anche con il nome di Misfah, uno dei pochi villaggi antichi ad accogliere calorosamente i visitatori stranieri – a patto di comportarsi rispettando le usanze locali. Qui si possono fare diverse attività tra cui camminare tra le piantagioni terrazzate di datteri – la frutta però non si può raccogliere, rappresenta infatti l’unica fonte di sostentamento locale –, oppure dedicarsi al trekking in compagnia di una guida locale.
Dhofar è la provincia più meridionale dell’Oman, separata dal resto del paese da un interminabile deserto di ghiaia. Dopo il passaggio del kharif (cioè la stagione delle piogge), il Dhofar appare come un miraggio.
Le nebbie e le piogge leggere, infatti, trasformano il marrone delle pendici delle sue alture in un mantello verde. Qui ci sono diversi luoghi da vedere, tra cui le piantagioni di cocco, papaya e di piccole banane di Salalah – il capoluogo della regione – l’Al Baleed Archaeological Park, sempre a Salalah, e rovine di Ubar a Shisr.
La strada più spettacolare per arrivare qui da Muscat è lungo la costa. 1500 chilometri da percorrere con calma per assaporare le bellezze di questo paesaggio, in particolare il Duqm, un giardino di rocce erose dal vento, il promontorio Ras Madrakah, le lagune rosse di Al Kahil popolate di fenicotteri, il villaggio di Shwaymiya e le stalattiti calcaree di Hasik.
La spiaggia Ras Al Jinz è un importante sito di nidificazione della tartaruga verde, una specie in via di estinzione.
Ogni anno, a luglio, 20.000 esemplari tornano qui, dove sono nate, per deporre le uova. Le tartarughe raggiungono la spiaggia solo di notte, ed è possibile ammirare questo spettacolo unico al mondo partecipando a un ecotour serale o all’alba.
È importante seguire le istruzioni delle guide locali – per esempio è vietato fotografare con il flash – per non spaventare le tartarughe e mettere in pericolo la loro stessa sopravvivenza.
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