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Overtourism, cos’è e perché può diventare un problema per le città

Il turismo sta crescendo sempre di più ed è tornato ai livelli del 2019, quelli pre Covid. Aumentano i turisti in giro per il mondo, ma nessun governo ha ancora risolto i problemi legati agli stravolgimenti ambientali, sociali ed economici causati dall’overtourism (o sovravvollamento turistico). Di che cosa si tratta? È un fenomeno globale, che sta avendo un impatto negativo in molti luoghi del mondo, anche in Italia. Ed è un fenomeno trainato dalla diffusione incontrollata di piattaforme come Airbnb, dall’assenza di politiche per un turismo responsabile e da logiche amministrative e imprenditoriali speculative. Ci sono anche amministrazioni che stanno correndo ai ripari. Un esempio, per quanto riguarda il nostro paese, è Venezia. Ci sono, da qualche mese, nuove regole di accesso alla città lagunare. Come, ad esempio, i tanto criticati ticket d’ingresso. Ma adesso anche in altre zone le autorità stanno cercando di limitarlo, mettendo degli ostacoli anche soltanto agli affitti brevi e all’accesso esagerato di turisti in massa.

Turismo | pixabay @kreatikar

Cos’è l’overtourism?

Però, nello specifico, cos’è l’overtourism? Con questo termine si indica il momento nel quale il flusso di turisti in una determinata località diventa eccessivo rispetto ad alcuni parametri, causando effetti negativi. Quindi, si parla di overtourism quando si supera la semplice capacità fisica o ecologica di accoglienza di un luogo, ma anche quando il turismo di massa rende invivibili, a livello economico e sociale, alcune aree. Come le città con economie troppo basate sul turismo. Ma è un fenomeno più ampio. Legato anche alle scelte scellerate dei politici che non riescono a gestire il flusso del turismo. Un esempio è il già citato problema degli affitti brevi che nell’ultimo decennio ha praticamente svuotato le città, facendo alzare tantissimi i prezzi degli affitti. I fenomeni di Milano e Roma sono sotto gli occhi di tutti – e le amministrazioni non intervengono per porre fine a questa situazione –, ma adesso ci sono anche città come Torino e Napoli che stanno seguendo il percorso del capoluogo lombardo e della Capitale.

Viaggi a basso costo

Inoltre, l’overtourism è causato anche da un altro grande problema, ossia l’esplosione dei viaggi a basso costo. Viaggi che vengono anche organizzati – con molta probabilità – giusto per farli, per dire di essere andati in vacanza, senza magari viversi il luogo come meriterebbe. In sostanza, un atto consumistico usa e getta che va a decostruire e danneggiare i luoghi su cui si abbatte. E come detto, nessun governo in giro per il mondo ha mai affrontato la questione con un programma che possa regolare (e limitare) tutto questo. Così adesso gli effetti rischiano di essere devastanti.

Anche perché, come ha sottolineato Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’università per stranieri di Siena, il turismo di massa è diventato “un’industria estrattiva che internalizza i profitti ed esternalizza i costi, genera un enorme impatto ambientale e pregiudica altri settori sociali e produttivi. L’economia turistica si serve di catene tanto complesse quanto perverse: da un lato, grandi attori (piattaforme digitali, multinazionali, fondi di investimento, società immobiliari, ecc.) mossi esclusivamente da interessi speculativi e logiche di profitto, e, dall’altro, una gigantesca mole di forza lavoro precarizzata, sfruttata, senza garanzie né diritti”.

Gli effetti

Uno su tutti, quello di aver distrutto (nel vero senso della parola) il diritto alla casa in numerose città e territori, sottraendo immobili al mercato residenziale per darli in pasto al giro di Airbnb. Così, per effetto a catena, anche lavorare in queste città è diventato più difficile, abbattendo la nostra competitività in altri settori che non siano quello turistico. E mentre i residenti faticano, i turisti contribuiscono anche ad aumentare le emissioni e l’impatto ambientale delle comunità in cui arrivano.

Contribuendo, in senso negativo ovviamente, alla crisi climatica. Ecco perché adesso, oltre a Venezia, ci sono altre città che stanno cercando di arginare il fenomeno. Tra queste, c’è Amsterdam, una delle località più visitate a livello mondiale. Ma cosa hanno fatto i Paesi Bassi a riguardo? Nel marzo 2023 aveva avviato una campagna per scoraggiare l’arrivo turisti, mentre adesso è arrivata addirittura la decisione di impedire la realizzazione di nuovi hotel. Che potranno essere costruiti soltanto quando ci sarà la chiusura di quelli già esistenti (e se il numero di posti letto rimane invariato). Non solo. Il numero di soggiorni, ogni anno, non dovrà superare i 20 milioni. E c’è stato l’aumento della tassa per i croceristi da 8 a 11 euro, oltre che l’idea di introdurre il biglietto d’ingresso per tutti i visitatori in giornata.

Considerazioni

Sono in tantissimi a pensare che il turismo di massa impedisca ai residenti di essere loro stessi turisti delle loro città. Vengono estraniati dai loro stessi beni naturali e culturali perché inaccessibili. Un esempio è Roma: riuscire ad acquistare biglietti per il Colosseo, magari per una classe scolastica, è diventato impossibile. Così come a Milano per gli abitanti che vogliono entrare in Domo e salire sulla Cattedrale per godersi il panorama della propria città. Quindi, se si va avanti così, senza regole, il turismo di massa non avrà futuro. Come dimostra il caso dell’acqua in Spagna: le risorse non riescono a essere per tutti e servirà decidere chi ha la priorità. Inoltre, non può avere futuro perché nelle grandi città pure il ceto medio non riesce più a sopravvivere e va impedito l’aumento della povertà, che già c’è.

Aereo | pixabay @Mylene2401

La politica deve correre ai ripari. Non deve fare come in questi ultimi anni di post pandemia, dove fa finta che nulla stia succedendo attorno a noi. L’overtourism non è gestibile e c’è il rischio che quando finalmente tutti vedranno il problema e cercheranno di remare nella stessa direzione, sarà troppo tardi. E questo non può e non deve accadere. Sono tante le amministrazioni comunali che esultano per l’aumento dei dati del turismo. Ma questi numeri che crescono sempre di più, prima o poi (e potrebbe accadere presto), potrebbe scatenare numerose problematiche. Con molti cittadini costretti a lasciare le grandi città. Bisognerà fare delle scelte con coraggio e regolamentare il tutto. Solo così si potranno salvaguardare le zone più belle del nostro pianeta. Senza che nessuno venga danneggiato.

Redazione Okviaggi

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