Lo scialpinismo richiede un discreto allenamento fisico e una certa esperienza, soprattutto nel valutare le condizioni ambientali. Prima si conquista la cima con gli sci ai piedi, grazie alle pelli, lungo i sentieri che d’estate permettono di raggiungere i rifugi alpini. Solo dopo una faticosa salita attraverso panorami mozzafiato ci si può gustare la discesa nella neve fresca, in una natura selvaggia. Più che uno sport, quasi uno stile di vita.
E’ preferibile farsi accompagnare da esperte guide alpine ed è sempre necessario portare con sé le dotazioni di autosoccorso: il dispositivo Artva, sonda e pala. Inoltre bisogna consultare il bollettino valanghe dell’Arpa e valutare l’uscita solamente in presenza di basso rischio. La salita poi è impegnativa a livello fisico. Il consiglio è di iniziare con escursioni facili per prendere confidenza con l’attrezzatura e per rendersi conto dell’effettivo sforzo fisico. Dopo un po’ di pratica e di allenamento, si potrà proseguire, in maniera graduale, su tracciati più impegnativi.
Un itinerario semplice e divertente conduce su una cima panoramica tra le Pale di S. Martino e la catena dei Lagorai. Un percorso di 8,4 chilometri porta a scoprire un ambiente selvaggio con grandiosi i panorami sul settore sud ovest delle Pale di San Martino, sulle Vette Feltrine, sul Gruppo Cimonega- Sass de Mura.
Questa facile escursione nella suggestiva Val di Rabbi ha il valore aggiunto di incontrare lungo il percorso un rifugio aperto anche in inverno, Malga Monte Sole Alta. Il Monte Sole in inverno è una cima ideale per salire in quota e godersi la neve lungo un itinerario di 13,3 chilometri.
Si tratta di un’escursione impegnativa che, da Madonna di Campiglio, passa per la Malga Fevri e prosegue per uno falsopiano panoramico. L’escursione inizia nel bosco su sentiero, prosegue su un immenso pianoro e incontra la malga Fevri, affacciata da un lato sulle Dolomiti di Brenta e dall’altro sui ghiacciai dell’Adamello. Il tragitto prosegue per dolci falsipiani molto ben esposti al sole durante tutta la giornata per una lunghezza totale di 7,6 chilometri. Il punto più alto è a 2.270 metri.
Itinerario panoramico attraverso un paesaggio selvaggio e aspro, dalle tipiche caratteristiche dolomitiche. Il percorso tocca i più importanti massicci dolomitici: Cernera, Croda da Lago, Monte Pelmo, Col Duro, Lastoi de Formin, Monte Coldai. Da Cima Passo Giau, si segue il sentiero estivo n. 436 fino a Forcella Ambrezzola, poi verso Forcella Col Duro. Si prende poi il sentiero n. 467 verso Forcella de Col Roàn e poi verso il Rifugio Città di Fiume. Imboccando il sentiero n. 472 verso Passo Staulanza, si scende poi per 500 metri fino a incontrare la strada verso Casera Fontanafredda. Da qui ci si collega con le piste di discesa e si ridiscende verso Alleghe.
Itinerario faticoso adatto solo ad esperti sciatori e con forti emozioni sulla discesa, che si affronta zigzagando nel ripido nevaio di Pelmo e Pelmetto. Dal parcheggio del passo Staulanza si sale direttamente sui ripidi ghiaioni innevati alla base del Monte Pelmo. Giunti quasi sulla sommità dei ghiaioni si devia a sinistra dove il grande nevaio si restringe e si presenta, isolata e selvaggia, la Val d’Arcia. Qui si riprende la ripida via fino alla forcella, a 2476 metri d’altitudine. L’adrenalinica discesa è per lo stesso percorso.
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