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Tre Cime di Lavaredo: soluzioni contro il sovraffollamento turistico

Le Tre Cime di Lavaredo affrontano il problema del sovraffollamento turistico. Scopri le misure proposte per un turismo più sostenibile nelle Dolomiti

Le Tre Cime di Lavaredo sono tra le mete più iconiche delle Dolomiti e ogni anno attirano migliaia di escursionisti e visitatori. Situate al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige, queste spettacolari formazioni rocciose sono diventate simbolo di turismo di massa, con un’affluenza che, nei giorni di picco come Ferragosto, può arrivare fino a 14mila presenze giornaliere.

Di fronte a questa crescita esponenziale del turismo, i comuni della zona stanno valutando misure per regolare i flussi di visitatori e ridurre l’impatto ambientale.

L’impatto del turismo sulle Tre Cime di Lavaredo

Il fenomeno dell’iperturismo nelle Dolomiti, e in particolare nell’area delle Tre Cime di Lavaredo, ha sollevato molte preoccupazioni. Tra i principali problemi segnalati vi sono:

  • Traffico intenso, con lunghe code di auto e autobus che congestionano l’unica strada di accesso.
  • Parcheggi non regolamentati, con turisti che lasciano i veicoli in zone vietate, danneggiando l’ambiente.
  • Inquinamento atmosferico e acustico, dovuto all’eccessivo numero di veicoli.
  • Erosione del suolo, aggravata dal continuo passaggio di escursionisti e turisti.
  • Impatto sulla fauna locale, disturbata dal grande afflusso di visitatori.
Regolare il turismo alle Tre Cime di Lavaredo: una scelta necessaria – Wikimedia Commons @Franco Visintainer – Okviaggi.it

 

Nel 2024 è stata lanciata una petizione online, che ha raccolto oltre 35mila firme, per chiedere la chiusura al traffico privato della strada che conduce al versante meridionale delle Tre Cime, sotto la giurisdizione del comune di Auronzo di Cadore.

Per far fronte alla crescita incontrollata del turismo nelle Dolomiti, diversi comuni – tra cui Auronzo di Cadore, San Candido, Dobbiaco, Sesto, Villabassa e Braies – stanno valutando una serie di misure per regolamentare gli accessi.

Tra le principali soluzioni proposte:

  • Aumento del pedaggio per accedere alla strada a pagamento che conduce al Rifugio Auronzo, con l’obiettivo di incentivare soggiorni più lunghi e ridurre il numero di visitatori giornalieri.
  • Prenotazione obbligatoria, sia per gli autobus che per i parcheggi, per contingentare gli ingressi.
  • Potenziamento del trasporto pubblico, con navette dedicate per ridurre l’uso delle auto private.
  • Installazione di barriere fisiche per impedire il parcheggio irregolare lungo le strade.

Una delle proposte più discusse riguarda la costruzione di una cabinovia, che permetterebbe ai turisti di raggiungere le Tre Cime senza dover utilizzare l’auto. L’idea, avanzata dal comune di Auronzo di Cadore, potrebbe contribuire a ridurre il traffico veicolare nella zona.

I sindaci altoatesini hanno sottolineato l’importanza di una strategia condivisa con l’amministrazione di Auronzo di Cadore. Secondo Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness Italia, le soluzioni locali, come pedaggi e divieti, non bastano: è necessario un piano più ampio e coordinato per tutelare il fragile ecosistema delle Dolomiti.

Un ruolo chiave potrebbe essere svolto dalla Fondazione Dolomiti Unesco, nata dopo il riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità nel 2009. La fondazione potrebbe contribuire a elaborare un piano di gestione sostenibile per l’intera area.

Uno studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, commissionato dalla Fondazione Dolomiti Unesco, ha evidenziato numeri impressionanti:

  • 13.467 visitatori sulle Tre Cime di Lavaredo nel solo giorno di Ferragosto.
  • Una media di 4mila presenze giornaliere durante la stagione estiva.

Nel 2023, il tema del turismo di massa nelle Dolomiti ha suscitato un acceso dibattito dopo che l’atleta paralimpico Moreno Pesce ha pubblicato un video su Facebook mostrando una scritta vandalica su un masso ai piedi delle Tre Cime con la frase “Tourists go home” (“Turisti andatevene a casa”).

Le Tre Cime di Lavaredo rappresentano un patrimonio naturale di inestimabile valore, ma l’eccessiva affluenza rischia di compromettere il fragile ecosistema delle Dolomiti.

Trovare un equilibrio tra turismo sostenibile e accessibilità è la sfida principale per le amministrazioni locali. La soluzione potrebbe passare attraverso una gestione più attenta dei flussi turistici, investimenti nei trasporti pubblici e un approccio più consapevole da parte dei visitatori.

L’obiettivo finale è garantire che le Tre Cime di Lavaredo possano essere ammirate dalle future generazioni senza subire danni irreparabili.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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