La “città eterna” degli induisti è la più sacra e la più mistica del Paese
Adagiata sulle rive del Gange, Varanasi è la “città eterna” degli induisti. Simbolo di Varanasi sono i suoi numerosi ghat, le scalinate sul fiume sacro dove ogni induista viene a immergersi per purificarsi e a disperdere le proprie ceneri. È la città più sacra e la più mistica. Nota anche con il nome di Benares, si trova nello Stato dell’Utta Padresh, nel nord dell’India.
Qualunque viaggio a Varanasi non può dunque che prendere le mosse proprio da uno dei suoi tanti ghat per scoprirne l’umanità che ogni giorno vi si raccoglie. Pellegrini, mercanti di erbe e te, fachiri, yogi e mendicanti, tutti si si spogliano, si lavano corpi e denti e bevono l’acqua del Gange, uno dei fiumi più inquinati del Pianeta peraltro. Tra i ghat più importanti dove gli indu si recano per fare le abluzioni rituali ci sono il Dashashwamedt, probabilmente il più famoso, il Manikarnika e il Harishchandra, entrambi ghat per la cremazione dei corpi (il primo è riservato agli induisti), il Darbhanga, uno dei più belli dal punto di vista architettonico, e il Scindhia, ghat pittoresco al cui centro sorge un tempio dedicato a Shiva.
D’obbligo è una gita in barca sul Gange, il fiume sacro. La partenza avviene in genere all’alba. E questo rende l’esperienza ancora più suggestiva.
In qualunque città induista è possibile assistere al Ganga Aarri, un puja (rituale) di adorazione dedicato alle sacre acque della dea Ganga. Ma quello di Varanasi è forse il più coinvolgente, a metà tra una cerimonia religiosa e uno spettacolo con i pandit (i sacerdoti induisti) che eseguono la danza del fuoco. Ragione per cui non può essere mancato.
Non si può dire di aver visitato Varanasi se non ci si è persi almeno una volta nei labirinti dei bazar che popolano il centro storico. I vicoli sono costellati di botteghe di venditori di fiori, dolci e stoffe. Nel dedalo di strette vie è possibile trovare anche laboratori di sartoria dove farsi confezionare il sari, il tipico abito in seta delle donne indiane.
Immancabile un salto al Durga Temple, uno dei tempi indù più importanti della città. È meglio conosciuto con il nome di al Tempio delle Scimmie per via dei numerosi primati che lo affollano. Dall’inconfondibile colore rosso, il tempio presenta all’interno intagli, dipinti e sculture che raffigurano la dea Durga a cui è dedicato.
Infine non si può lasciare Varanasi senza aver visitato la Banaras Hindu University. Edificata oltre un secolo fa in stile coloniale, l’università statale ospita facoltà come astrologia, sanscrito e musica.
Il periodo più indicato per visitare Varanasi va da ottobre a marzo, quando il clima è temperato. Questi peraltro sono mesi nei quali si concentrano numerosi festival, come il Dussehra (in settembre), il Bharat Milap (ottobre), il Diwali e il Ganga Mahotsav (novembre).
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