Viaggiare in treno è un’abitudine per molti italiani. Ogni giorno, da nord a sud, il treno viene utilizzato per spostamenti di lavoro e di piacere da circa 6 milioni di persone. Oltre ad essere apprezzato, il treno è anche un mezzo di trasporto ecologico. Inquina, infatti, molto meno di auto, bus e aerei. Purtroppo, però, negli ultimi anni, in Italia come nel resto d’Europa, viaggiare in treno è diventato sempre più costoso. Un aumento che rappresenta, per certi versi, una stortura. All’interno di una Unione che spinge verso l’ecologia e una sempre maggior attenzione all’ambiente, viaggiare in aereo costa molto meno rispetto a viaggiare in treno. Il mezzo più ecologico è, quindi, anche quello più costoso.
Viaggiare in treno in Europa costa troppo
A confermare questa tendenza è stata una ricerca effettuata da Greenpeace, che ha confrontato il costo dei biglietti ferroviari e aerei – consultati in nove date diverse – per 112 tratte tra grandi città, tutte con un aeroporto internazionale e una stazione ferroviaria, in 27 Paesi europei, da quattro mesi a un paio di giorni prima della partenza. È emerso che, mediamente, muoversi con un treno costa dalle due alle quattro volte il prezzo di un volo. Il secondo, però, inquina cinque volte tanto.
“Nelle 15 tratte analizzate che includono l’Italia (per la maggior parte internazionali), il treno risulta 2 volte e mezzo più costoso dell’aereo, ponendo il nostro Paese al quinto posto in Europa nella classifica dei Paesi con la maggior differenza di costo fra le due modalità di trasporto – spiega Greenpeace – Viaggiare tra Roma e Vienna può arrivare a costare 10 volte di più in treno che in aereo. Un viaggio in treno da Londra a Barcellona può essere fino a 30 volte più costoso che in aereo“.
L’impatto delle low cost sul mercato
Ma perché tutto questo accade? La stessa ricerca di Greenpeace prova a dare una spiegazione. “L’industria dell’aviazione è uno dei settori più dannosi per il clima e le compagnie aeree possono offrire biglietti a prezzi stracciati perché beneficiano di vantaggi fiscali scandalosi, che spingono i cittadini europei a scegliere i mezzi più inquinanti per viaggiare – sottolinea Federico Spadini di Greenpeace Italia – Le compagnie low-cost, in particolare, sfruttano ogni scappatoia per abbassare le tariffe, ma i voli da pochi euro sono possibili solo perché sono l’ambiente e i lavoratori a pagare il conto“.
Cosa fare allora? La proposta di Greenpeace è quella di introdurre i cosiddetti biglietti climatici (“climate ticket”), biglietti a lungo termine economici e semplici da usare, validi su tutti i mezzi di trasporto pubblico di un Paese o di una certa regione, compresi i treni e i trasporti transfrontalieri. I biglietti climatici possono essere finanziati, tra le altre possibilità, dalle tasse sugli extra-profitti delle compagnie petrolifere, dall’eliminazione graduale di sussidi dannosi per l’ambiente o da un sistema di tassazione equo basato sulle emissioni di CO₂.
“È ora che i governi europei, incluso quello italiano, cambino radicalmente il settore dei trasporti, incentivando il treno e i mezzi di trasporto meno inquinanti, e facendo pagare le compagnie aeree per i danni climatici e sociali che producono“, ha concluso Spadini.